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Siria, Assad ha vinto le elezioni con il 95% dei voti. I suoi oppositori non hanno potuto candidarsi

Con il 95,1% dei voti Bashar al-Assad è stato rieletto per la quarta volta e per altri sette anni alla presidenza della Siria, paese da dieci anni dilaniato dalla guerra civile. Ad annunciarlo è stato il presidente del Parlamento di Damasco, Hammoud Sabbagha. Le elezioni – il cui esito era scontato – erano state duramente criticate da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Europea che le avevano definite una farsa.
A cura di Davide Falcioni
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Con il 95,1% dei voti Bashar al-Assad è stato rieletto per la quarta volta e per altri sette anni alla presidenza della Siria. Ad annunciarlo è stato il presidente del Parlamento di Damasco, Hammoud Sabbagha. Le elezioni – il cui esito era scontato alla vigilia – erano state duramente criticate da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Europea che le avevano definite una farsa per l'assenza di veri candidati di opposizione e di verifiche indipendenti sul processo. Assad aveva replicato che tali accuse erano "prive di valore". Parlando in conferenza stampa, Sabbagha ha affermato che 14,2 milioni di cittadini siriani hanno votato, sui 18,1 milioni che ne avevano diritto, ovvero il 76,64%.

I due sfidanti di Assad, Abdallah Salloum Abdallah e Mahmud Marei, avevano uno scarso credito presso l'opposizione e scarsissima visibilità in campagna elettorale ed hanno ottenuto rispettivamente l'1,5% e il 3,3% dei consensi. Il primo è stato ex ministro e parlamentare mentre il secondo è un membro dell'opposizione moderata, ben tollerata dal governo. Dalla competizione elettorale erano escluse – seppur non esplicitamente – tutte le figure dell'opposizione che negli ultimi dieci anni, cioè dall'inizio della guerra civile che ha causato quasi mezzo milione di morti, sono dovute andare in esilio. La legge elettorale, infatti, imponeva a tutti i candidati di aver vissuto in Siria per dieci anni consecutivi.

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La Siria è dal 2011 martoriata da una guerra civile che ha ucciso circa mezzo milione di persone costringendone 10 milioni ad abbandonare le loro case e spesso emigrare all'estero. Il Paese è oggi segnato dalla presenza di molti eserciti e milizie straniere sul suo territorio e da un collasso economico senza precedenti. Per l'Onu, più del 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà

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