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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Si infiamma la protesta in Iran per la morte di Mahsa Amini: cinque persone uccise

Le manifestazioni nella regione curda del Paese, da dove proveniva la 22enne deceduta dopo l’arresto (perché indossava male il velo) Altre 75 persone sono rimaste ferite. L’Onu chiede un’inchiesta sulla vicenda di Mahsa.
A cura di Biagio Chiariello
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Non si fermano le proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo e deceduta per i maltrattamenti. Sarebbero almeno 5 i morti, 75 i feriti e 250 le persone arrestate.

Le vittime, secondo il gruppo curdo per i diritti umani Hengaw, con sede in Norvegia, sarebbero state uccise con colpi di arma da fuoco in Kurdistan, epicentro delle proteste, represse con forza.

Ma la provincia natale di Mahsa Amini non è la sola dove sono avvenute le manifestazioni: negli ultimi giorni raduni con slogan contro la Repubblica islamica e la Guida Suprema, Ali Khamenei, continuano a tenersi anche nelle università di Teheran, Tabriz e Yazd e in città come Isfahan.

Sono diverse le donne protagoniste di video di proteste nei quali si filmano mentre bruciano il loro hijab o se lo levano dal capo. Al dissenso si è unito anche un calciatore dell'Esteghlal di Teheran, Zobeir Niknafs, che ha pubblicato sui social un video in cui per solidarietà si rasa i capelli.

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L'Onu ha espresso "preoccupazione" per il caso della 22enne e per la "reazione violenta" delle forze di sicurezza per sedare le proteste che ne sono seguite. Anche il capo della diplomazia Ue Joseph Borrell ha condannato la morte di Mahsa definendola "inaccettabile".

Da parte sua, la polizia ha respinto ogni responsabilità per la morte della giovane, sostenendo come la 22enne avesse "problemi medici" e si fosse sentita male una volta portata in commissariato, ma attivisti e associazioni per i diritti umani hanno lanciato accuse di violenze e abusi da parte degli agenti.

È il caso delle Nazioni Unite, come detto. Questo il commento dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Unhchr) ad interim, Nada Al-Nashif:

   La tragica morte di Mahsa Amini e le accuse di tortura e maltrattamenti devono essere indagate in modo rapido, imparziale ed efficace da un'autorità indipendente competente, assicurando, in particolare, che la sua famiglia abbia accesso alla giustizia e alla verità".

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