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La morte di Alexei Navalny

Secondo l’intelligence Usa Putin non ha direttamente ordinato la morte di Alexei Navalny

La morte di Alexei Navalny probabilmente non fu ordinata direttamente dal presidente Vladimir Putin: questa la conclusione a cui sarebbe arrivata l’intelligence americana.
A cura di Susanna Picone
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Vladimir Putin "non ha ordinato direttamente" che l'oppositore Alexei Navalny venisse ucciso lo scorso febbraio nel carcere di massima sicurezza dove era recluso. A sostenerlo le agenzie di intelligence statunitensi secondo quanto scrive il Wall Street Journal (Wsj) che cita "persone a conoscenza dei fatti". "La valutazione non contesta le responsabilità di Putin" in quanto accaduto, "ma ritiene piuttosto che probabilmente non sia stato lui a ordinarla in quel momento", si legge sul quotidiano.

E viene sottolineato che la considerazione "è ampiamente accettata all'interno della comunità dell'intelligence e condivisa da diverse agenzie, tra cui la Cia, l'Ufficio del Direttore dell'intelligence nazionale e l'unità di intelligence del dipartimento di Stato", hanno riferito le fonti.

Il Wall Street Journal riporta anche che alcune agenzie di intelligence europee sono state informate della valutazione degli Usa riguardo la vicenda. Il giornale ammette quindi che non è stato possibile determinare se le agenzie di intelligence avessero sviluppato spiegazioni alternative per la morte in carcere di Navalny.

Nonostante le circostanze sospette della morte del dissidente russo, quindi, il Wsj ha riferito che diverse agenzie di intelligence statunitensi condividono la tesi secondo cui la tempistica della morte di Navalny non sia stata specificamente voluta dal leader del Cremlino. Il giornale tuttavia sottolinea che analisti polacchi e alcune agenzie europee rimangono scettici sul fatto che il presidente fosse estraneo alla vicenda, mentre gli alleati di Navalny continuano a insistere sul fatto che il responsabile sia Putin.

La morte di Navalny risale allo scorso febbraio: il presidente russo è tornato a pronunciare dopo anni il nome del dissidente in pubblico circa un mese dopo, in seguito alla vittoria delle presidenziali russe. In quella occasione Putin ha definito "un evento triste" la morte di Navalny e ha anche detto di aver approvato lo scambio del leader dell'opposizione giorni prima che morisse in una prigione artica.

"Qualche giorno prima che il signor Navalny morisse, alcuni colleghi mi avevano detto che c'era l'idea di scambiare il signor Navalny con alcune persone che erano in prigione nei paesi occidentali. Ho detto sono d'accordo. Ma sfortunatamente quello che è successo è successo".

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