Sacerdoti organizzati in una confraternita di abusatori di minori, sospesi 15 preti

Una nuova denuncia di abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti sta scuotendo in queste ore la Chiesa cilena già nell’occhio dei ciclone da alcun anni per i continui casi di abusi coperti dalle autorità ecclesiastiche locali che infine nei giorni scorsi hanno portato alle dimissioni in blocco dei vescovi locali davanti al aPapa. Un reportage del programma T13 di una tv cilena infatti questa volta ha portato alla luce quella che è stata definita una vera e propria confraternita di abusatori che sarebbe stata messa in piedi da alcuni preti per abusare di ragazzini. In pratica si tratterebbe di una rete di preti diocesani che si fa chiamare “la famigliaˮ, con al vertice un “nonnoˮ e “zieˮ e “nipotiˮ al di sotto di lui, i cui membri sarebbero coinvolti in traffici a sfondo sessuale tramite il web.
A rivelare la circostanza è stato un'ex insegnante della pastorale giovanile di una parrocchia cilena che ha deciso di denunciare tutto pubblicamente dopo aver scoperto che il vescovo di Rancagua, Alejandro Goic, che ha l'incarico di presidente della Commissione episcopale per la prevenzione degli abusi sessuali da parte del clero, non aveva fatto nulla dopo che lei gli aveva consegnato una lista di 17 sacerdoti che avevano organizzato la "confraternita". L'invio del documento infatti risale a oltre un anno e mezzo fa quando la donna ha assicurato di essere stata testimone del fatto che sacerdoti di Rancagua commentavano le loro preferenze sessuali per i minorenni.
La donna di sua iniziativa ha anche incastrato uno dei preti coinvolti fingendosi un minorenne online. Il prete è caduto nella trappola e ha inviato al presunto minore messaggi di contenuto erotico e una foto che lo ritraeva completamente nudo. Intervistato da Canal 13, il parroco ha ammesso: "Riconosco di averlo fatto, so che è orribile, ma più di questo non posso dire. È un giorno di grande tristezza, provo vergogna per ciò che ho fatto". L'ammissione pubblica ha spinto a intervenire anche il vescovo Goic che in precedenza aveva invece affermato di non essere stato formato per essere un detective, ma "un pastore che conduce il suo gregge" e di non aver ricevuto nessuna denuncia circostanziata riguardo al caso.
Per volontà del vescovo quindi il prete incastrato è stato sospeso e dopo di lui anche tutti gli altri sospettati di essere affiliati alla “famigliaˮ, 15 in tutto, in attesa che la posizione di ciascuno sia chiarita. In un comunicato, il vescovo ha chiesto "perdono per il modo in cui mi sono comportato in questo caso", riconoscendo che aveva ricevuto la denunciante nel modo descritto nel reportage e che aveva "agito senza l'adeguata agilità nell'inchiesta su prete e su altri sacerdoti". "Come cristiano e come pastore, sono molto colpito da questa situazione, che mi addolora e mi causa vergogna. Prego perché sia fatta luce e si conosca tutta la verità" ha concluso.