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Covid 19

Regno Unito, due gatti hanno contratto il Covid dai padroni: uno è morto di polmonite

Due gatti domestici hanno contrato il Covid dai loro padroni: il duplice salto di specie tra uomo e animale è avvenuto nel Regno Unito ed è stato descritto sulla rivista Veterinary Record in un articolo scritto dagli scienziati dell’Università di Glasgow, riconosciuti nell’ambito di un programma di screening della popolazione felina in UK.
A cura di Davide Falcioni
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Due gatti domestici hanno contrato il Covid dai loro padroni: il duplice salto di specie tra uomo e animale è avvenuto nel Regno Unito ed è stato descritto sulla rivista Veterinary Record in un articolo scritto dagli scienziati dell'Università di Glasgow, riconosciuti nell'ambito di un programma di screening della popolazione felina in UK. I due gatti contagiati, appartenenti a razze diverse, provenivano da due famiglie separate e mostravano sintomi respiratori da lievi a gravi. Il team, in collaborazione con il servizio di diagnostica veterinaria della School of Veterinary Medicine della struttura universitaria, ipotizza che entrambe le infezioni siano state trasmesse ai felini dai loro proprietari, che avevano manifestato sintomi compatibili con quelli del Covid-19 prima dei gattini.

Il primo caso riguarda Ragdoll, una micia di quattro mesi adottata da una famiglia in cui il proprietario aveva sviluppato sintomi coerenti con l'infezione da SARS-CoV-2 alla fine di marzo 2020, ma non era stato sottoposto a test PCR. Il mese successivo ad accusare difficoltà respiratorie era stata la gatta, le cui condizioni erano peggiorate talmente tanto che fu necessario sopprimerla. L'autopsia confermò danni ai polmoni compatibili con una polmonite virale e venne riscontrata l'infezione da SARS-CoV-2. Il secondo caso riguarda una femmina siamese di sei anni proveniente da una famiglia in cui è stato riconosciuto un caso di Covid-19. L'esemplare è stato portato dal veterinario con secrezione nasale e congiuntivite, ma i sintomi sono rimasti leggeri e il gatto si è ripreso. I ricercatori hanno completato il sequenziamento del genoma nel secondo caso e scoperto che si trattava di un agente patogeno simile a quelli circolanti nella popolazione umana. Gli scienziati non hanno trovato prove di adattamento delle specie e hanno concluso che eventuali mutazioni presenti nel genoma virale avrebbero potuto essere riscontrate anche nel virus contratto dal proprietario, il cui sequenziamento non era però disponibile.

Il salto di specie uomo-gatto è stato dunque documentato in almeno due casi nel Regno Unito, mentre non ci sono attualmente prove di trasmissione da gatto a uomo, né si conosce il ruolo che gli animali domestici svolgono nell'epidemiologia delle infezioni umane. "Questi due esempi dimostrano che è importante migliorare la nostra comprensione dell'infezione animale da SARS-CoV-2 – sostiene Margaret Hosie del Centre for Virus Research presso l'Università di Glasgow e autrice principale dello studio – la prospettiva di trasmissione tra animali diventa sempre piu' importante come potenziale fonte di reintroduzione di SARS-CoV-2 per l'uomo. Dobbiamo approfondire l'analisi del ruolo che gli animali possono svolgere in ambito epidemiologico".

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