Regno Unito, David Cameron ha un tumore alla prostata: “Fate i controlli, noi uomini rimandiamo sempre”

David Cameron, da molti ricordato come l’ex primo ministro che guidò il Regno Unito verso il referendum sulla Brexit e più di recente richiamato da Rishi Sunak al ministero degli Esteri, oggi è anche il volto di una campagna nazionale dedicata alla prevenzione del tumore alla prostata. A 59 anni, ha scelto di parlare pubblicamente della propria diagnosi, affrontando un tema che, come lui stesso ammette, gli uomini tendono a evitare.
Non mi piace particolarmente parlare di problemi intimi di salute, ma credo di doverlo fare. Siamo onesti. Noi uomini non siamo bravi a parlare di salute. Tendiamo a prendere tempo", ha dichiarato.
La sua testimonianza arriva in un momento in cui l’attenzione su questa forma tumorale – che nel Regno Unito causa circa 12mila decessi l’anno – è cresciuta sensibilmente. L’ondata di consapevolezza era già iniziata quando re Carlo, nel gennaio 2024, aveva rivelato di essersi sottoposto a un intervento per un ingrossamento benigno della prostata, circostanza che aveva portato a ulteriori esami e alla scoperta di un tumore. La trasparenza del sovrano aveva spinto migliaia di uomini a informarsi, causando un picco di accessi ai servizi sanitari dedicati.
A questa narrazione pubblica si sono aggiunte, negli ultimi mesi, le voci di figure del mondo dello sport e della cultura: il campione olimpico di ciclismo Chris Hoy, oggi malato terminale; il regista Steve McQueen; l’attore Stephen Fry. Tutti accomunati dall’obiettivo di abbattere il tabù legato ai controlli e incoraggiare l’introduzione di uno screening riservato agli uomini sopra i cinquant’anni, pratica già applicata per altre forme tumorali.
Cameron ha raccontato di essersi sottoposto alle prime analisi su insistenza della moglie Samantha, che aveva ascoltato alla radio una testimonianza sul tema. L’ex premier ha ricordato il percorso diagnostico: il valore elevato del Psa, la risonanza magnetica con quei "puntini neri" che sperava fossero innocui, fino alla biopsia, momento in cui ha ricevuto la conferma che temeva. "Speri sempre per l’esito migliore… poi arriva l’esito della biopsia: hai il cancro. Hai sempre avuto paura di sentire quelle parole", ha spiegato.
Dopo la diagnosi, Cameron è stato sottoposto a terapia focale, un trattamento mirato. La sua storia personale ha reso ancora più pressante il dibattito che la commissione nazionale britannica per la prevenzione sta affrontando: valutare se introdurre o meno un programma sistematico di screening, ritenuto da molti essenziale perché il tumore alla prostata, diagnosticato precocemente, è spesso curabile. Secondo le stime, nel Paese vengono individuati circa 55mila nuovi casi ogni anno.