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Caso Regeni, news sulle indagini

Regeni, i genitori: “Delusi dai docenti di Cambridge”. Nuovi dubbi su documenti dal Cairo

La Procura di Roma ha interpellato i professori dell’Università di Cambridge che avevano lavorato con Giulio Regeni ma la missione è sostanzialmente fallita. La famiglia: “Chi crede nel rigore della ricerca, nella tutela dei diritti umani, non può sottrarsi al dovere morale di aiutare le indagini”.
A cura di Susanna Picone
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UPDATE Cambridge se la prende coi media italiani – Dopo la denuncia dei familiari di Giulio Regeni e degli inquirenti sulla mancata collaborazione dei docenti di Cambridge, una portavoce della università britannica ha detto che “le storie apparse di recente sulla stampa italiana semplicemente non sono vere”. L’università, a suo dire, “appoggia le autorità italiane nelle indagini su questo fatto orrendo”. “Rimaniamo aperti e impegnati a lavorare con le autorità italiane al fine di far emergere la verità per Giulio Regeni e per la sua famiglia”, ha rimarcato la portavoce sorvolando tuttavia sul fatto che quattro accademici con cui Regeni collaborava in veste di ricercatore a Cambridge, e che lo avevano mandato in missione di studio al Cairo, si siano finora rifiutati di farsi sentire dai pm.

“Alla comunità universitaria di Cambridge avevamo affidato con fiducia e sacrificio nostro figlio Giulio e da questa comunità accademica ci aspettavamo la massima e concreta solidarietà e dunque la totale collaborazione nelle ricerca della verità circa le circostanze del suo sequestro e della sua atroce uccisione avvenuta al Cairo mentre svolgeva attività di ricerca per l'università”, è quanto detto dai genitori di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto in circostanze mai chiarite. I familiari del ragazzo hanno quindi manifestato “dispiacere e delusione per il rifiuto opposto dai professori di Cambridge” di rispondere alle domande inviate dalla Procura italiana, con richiesta di rogatoria internazionale, nell'inchiesta relativa all’omicidio del figlio. La missione di inquirenti e investigatori italiani volati a Cambridge per sentire i professori di Regeni è infatti sostanzialmente fallita. I professori, a cominciare da Maha Abdelrahman, tutor del ricercatore friulano, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del pm Sergio Colaiocco, dei funzionari dello Sco e degli ufficiali del Ros. L'interesse della delegazione italiana in trasferta nella città universitaria britannica era legata soprattutto al contenuto di alcune mail scambiate da Regeni con i suoi professori in merito al lavoro che stava svolgendo al Cairo. “Chi crede nel rigore della ricerca, nella tutela dei diritti umani, non può sottrarsi al dovere morale di aiutare le indagini”, così ancora hanno detto i genitori di Regeni.

Consegnati nuovi documenti alla Procura di Roma – Intanto sono all'esame del pubblico ministero Colaiocco una serie di documenti che la Procura generale del Cairo ha consegnato nei giorni scorsi. La documentazione in particolare consiste in una sintesi dell'esame dei telefoni cellulari agganciati ad alcune celle del Cairo e fa riferimento al giorno della scomparsa di Regeni. Il contenuto dell'informativa della polizia egiziana non convince tuttavia gli investigatori che hanno messo in evidenza in una relazione quali sono le discordanze tra quanto sostiene la polizia egiziana e da quanto emerge dai documenti ricevuti. Nelle prossime ore il procuratore capo Pignatone e il pm Colaiocco rappresenteranno le loro convinzioni ai colleghi della procura generale del Cairo.

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