Influenza aviaria colpisce un uomo in Europa: è un lavoratore in una fattoria di pollame in Regno Unito

Registrato un raro caso umano di influenza aviaria in Europa. L'infezione è stata rilevata in Inghilterra centrale, nella regione delle West Midlands.
Le autorità sanitarie del Regno Unito hanno confermato il caso, precisando che il paziente lavorava in un allevamento ed era esposto a un elevato numero di polli contagiati; è stato ricoverato in un reparto specializzato nel trattamento delle malattie infettive, ma le sue condizioni sono complessivamente buone ed è in fase di guarigione, ha dichiarato la UK Health Security Agency in un comunicato.
La stessa agenzia ha comunque assicurato che il rischio di una diffusione pubblica più ampia fra le persone comuni che non svolgono lo stesso mestiere “continua a essere molto basso”.
Quello inglese è dunque il primo caso europeo: secondo l’Oms, infatti, degli 81 casi di influenza aviaria segnalati nel mondo nell’ultimo anno, 66 sono negli Stati Uniti, 10 in Cambogia, 2 in Vietnam e uno ciascuno in Australia, Canada e Cina. Il ceppo che ha infettato il cittadino britannico, H5N1, è lo stesso che ha causato la più grande epidemia di influenza aviaria mai registrata nel 2023.
L’agenzia fa anche sapere che “nonostante l’assenza di trasmissione da uomo a uomo, l’UKHSA ha avviato un tracciamento di tutte le persone che sono state in contatto con il caso confermato. A coloro che sono stati identificati come ad alto rischio di esposizione è stata offerta una terapia antivirale, per ridurre la possibilità che eventuali virus a cui sono stati esposti possano causare un’infezione".
“La sicurezza dei cittadini è fondamentale e stiamo monitorando attentamente questa situazione. Il rischio di trasmissione più ampia o successiva è molto basso; tuttavia, il Regno Unito rimane preparato e pronto a rispondere a qualsiasi minaccia sanitaria attuale e futura – dichiara Andrew Gwynne, ministro per la Salute – Di recente abbiamo aggiunto il vaccino H5, che protegge dall’influenza aviaria, alle nostre scorte”.
“Il rischio per il pubblico generale rimane molto basso nonostante questo caso confermato. Abbiamo sistemi robusti in atto per rilevare i casi precocemente e adottare le misure necessarie, poiché sappiamo che possono verificarsi infezioni da spillover dagli uccelli agli esseri umani” ha dichiarato Susan Hopkins, consigliere medico capo dell’UKHSA.