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Pizzaballa nella pizzeria di Gaza City, lo chef Mohamed: “Dimostra che non c’è differenza tra cristiani e musulmani”

Il Cardinale Pizzaballa ieri ha pranzato nella pizzeria di Mohamed Alamarin che in esclusiva ha raccontato a Fanpage.it: “Questa visita dimostra al mondo che amiamo la pace e meritiamo di vivere in pace”.
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Il Cardinale Pizzaballa nel ristorante di Mohamed Alamarin a Gaza City
Il Cardinale Pizzaballa nel ristorante di Mohamed Alamarin a Gaza City

Mohamed si è svegliato presto ieri: doveva sistemare minuziosamente ogni dettaglio. Le sedie, le tovaglie rosse, tutto pronto per la visita del Cardinale Pierbattista Pizzaballa nel ristorante ricostruito di Mohamed Alamarinil pizzaiolo di Gaza di cui Fanpage.it ha più volte racconta la storia – colpito dall’esercito israeliano l'estate scorsa. Nella sua visita a sorpresa nella Striscia di Gaza Pizzaballa è andato in diversi centri medici e umanitari, e ieri – dopo aver visitato anche le tende degli sfollati – ha pranzato nel ristorante di Mohamed.

"Lui e gli altri ospiti sono arrivati al mio ristorante alle 13. Abbiamo servito loro il cibo, abbiamo chiacchierato. È stato il momento più bello della mia vita: ho incontrato una persona che rappresenta la pace e che proviene dal paese che amo. Sono stato felice e onorato di incontrarlo ma soprattutto di servirgli alcuni piatti italiani che ho imparato a cucinare in Italia, quando studiavo e lavoravo li. Con lui ho respirato di nuovo il profumo dell'Italia”, racconta a Fanpage.it Mohamed, mentre sparecchia la lunga tavolata.

Il pranzo nel ristorante di Mohamed Alamarin
Il pranzo nel ristorante di Mohamed Alamarin

"La visita del Cardinale è stata per me un grande onore. Oggi è stata la testimonianza che possiamo ancora percepire la sensazione della pace. Questo incontro ha mostrato a me e alla popolazione di Gaza che non esiste differenza tra cristiani e musulmani, e questo rafforza il legame di pace tra noi”, continua.

La visita del Cardinale, infatti, non è stata riferita solo ai fedeli cristiani. Pizzaballa è andato ovunque: il viaggio ha avuto inizio al quartier generale della Caritas nel quartiere Al-Nasr, a nord di Gaza, dove il Cardinale ha incontrato lo staff e i pazienti, ascoltando le richieste urgenti e le necessità quotidiane della comunità. Successivamente, si è recato alla clinica medica e alla sede dell'Unione delle Chiese in via Al-Shuhada, nel quartiere Al-Rimal, a ovest della città, per un confronto sulle attività sanitarie e sociali in corso. La visita è proseguita nel magazzino per gli aiuti umanitari gestito dai Catholic Relief Services nel quartiere Al-Zaytoun, a sud-est di Gaza.

Qui il Cardinale ha potuto osservare la distribuzione degli aiuti e le difficoltà logistiche legate alla crisi in corso. Non sono mancati i momenti di incontro con le strutture ospedaliere: tappa all'Al-Ahli Arab Hospital (Baptist) nella Città Vecchia e al Jordanian Hospital di Tal al-Hawa, includendo anche una visita alle zone circostanti colpite dall’aviazione israeliana. Il cardinale Pizzaballa ha inoltre visitato l'Università di Al-Azhar, sempre a Tal al-Hawa, dove ha potuto valutare le condizioni accademiche e amministrative sottolineando l'importanza di mantenere attivi gli spazi educativi anche in situazioni di crisi.

Padre Gabriel Romanelli e Mohamed, nel ristorante a Gaza City.
Padre Gabriel Romanelli e Mohamed, nel ristorante a Gaza City.

La visita si è conclusa con il lungomare di Gaza, nei campi sfollati, dove Pizzaballa ha incontrato gli ultimi di questa terra, i dimenticati, coloro per cui anche quest’anno il Natale sarà solo freddo e gelo. Qui un’immagine lo ritrae a benedire le tende, le stesse che fino a qualche giorno fa erano distrutte dalla pioggia, dal vento e dalle mareggiate, le stesse dove negli ultimi giorni almeno quattro bambini sono morti di ipotermia. Oggi Pizzaballa terminerà la sua permanenza a Gaza con la messa di Natale.

"Nonostante tutto il dolore e la sofferenza che abbiamo attraversato, questa visita è stata un raggio di luce", conclude Mohammed, "ho provato una gioia tale che sento come se mi fossero stati tolti di dosso due anni di fatiche. Questa pace dovrebbe essere vissuta da tutti i popoli della terra. Questa visita dimostra che dobbiamo vivere in armonia; dimostra al mondo che amiamo la pace e meritiamo di vivere in pace".

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