Picchiata e uccisa durante una rapina in Lussemburgo: condannati a 30 anni gli assassini di Sonia Di Pinto

Si è chiuso questa mattina il processo per l'omicidio di Sonia Di Pinto, la donna italiana uccisa tre anni fa in Lussemburgo. La sentenza della Corte del Granducato parla chiaro: due condanne a 30 anni di carcere per i killer Abdou e Lamine, con 5 anni di sospensione condizionale.
La donna, cameriera 46enne originaria di Petacciato, in provincia di Campobasso, era stata assassinata il 16 aprile del 2022 nel ristorante dove lavorava, una pizzeria della capitale in JF Kennedy Avenue, nel quartiere di Kirchberg. Mentre stava svolgendo le operazioni di chiusura del locale, due ladri a volto coperto erano entrati e l'avevano aggredita, afferrandola violentemente per il collo e colpendola alla testa con una pinza.
Non solo, i malviventi l'avevano trascinata in un seminterrato, dove c'era la cassaforte contenente alcuni soldi dell'attività commerciale. Anche lì, la vittima era stata attaccata ripetutamente dai due imputati, che avevano rubato 3000 euro attingendo anche dalla cassa e dai buoni pasto. Dopo il furto erano fuggiti, trascorrendo la serata in una discoteca.
Dopo esser stati arrestati dalle forze dell'ordine locali, i due avevano ammesso le loro colpe. Nel maggio scorso, il pubblico ministero aveva chiesto per entrambi gli accusati una condanna per il reato di omicidio volontario con l'intenzione di causare la morte, dal momento che la tragedia si poteva evitare. Tale richiesta è stata accolta dalla Corte, che ha invece assolto un terzo uomo che era stato inizialmente sospettato di aver facilitato l'ingresso dei killer nella pizzeria.
Presente alle udienze processuali anche la madre della vittima Antonietta Aiello, che, però, non ha assistito alla sentenza. Informata dal suo legale, la donna ha commentato amaramente quanto deciso dai giudici del Lussemburgo: "Non posso dirmi soddisfatta, mi aspettavo l'ergastolo. Mia figlia è stata ammazzata, non c'è nulla che possa riparare a questo dolore".