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Perché un milione di ucraini sono stati deportati in Russia

Avrebbe superato il milione il numero di cittadini ucraini deportati in Russia dall’inizio della guerra. Minacce, controlli e sottrazione dei documenti d’identità le accuse di Zelensky a Mosca che risponde: “Evacuati da zone pericolose come Donetsk e Luhanks”
A cura di Chiara Ammendola
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Il numero di rifugiati ucraini che ha varcato i confini diretto in Russia ha superato il milione. La cifra, resa nota dal ministero della Difesa russo, e diffusa dall'agenzia di stampa russa Tass, include anche 200mila bambini che hanno lasciato l'Ucraina dopo lo scoppio della guerra lo scorso 24 febbraio. Secondo l'UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, invece i numeri sarebbero fermi a poco più di 600mila persone che fanno parte dei cinque milioni e mezzo di cittadini ucraini che hanno trovato rifugio nei paesi confinanti.

Nelle scorse settimane il presidente Volodymyr Zelensky ha accusato il governo russo e le truppe di Mosca di deportare i civili ucraini contro la loro volontà in Russia o nelle aree da loro controllate: "Mezzo milione di ucraini sono stati portati illegalmente in Russia", le parole del leader ucraino alla tv greca ERT. Accusa che il Cremlino ha rispedito al mittente. Il funzionario del ministero della Difesa Mikhail Mizintsev ha fatto sapere che ci sono civili che sono stati evacuati da zone pericolose come quelle di Donetsk e Luhansk "senza la partecipazione delle autorità ucraine". sarebbero stati tutti portati nei territori della Federazione Russa ma non sono stati forniti ulteriori dettagli né sui luoghi d'arrivo né sulle modalità dei trasferimenti.

Secondo Zelensky i civili ucraini costretti a fuggire dalla guerra sono stati portati in Russia dopo "umilianti interrogatori" e soprattutto dopo la confisca dei documenti di identità. Le autorità russe parlano invece di "esodo volontario" aggiungendo che diverse centinaia di migliaia di ucraini hanno già la cittadinanza russa: pochi giorni prima dell'inizio delle ostilità, sono stati 720mila i passaporti rilasciati con procedura d'urgenza a residenti delle regioni separatiste; altrettanti quelli rilasciati negli anni precedenti, a cominciare dalla Crimea.

L'esistenza di "centri di filtraggio" o controllo è confermata da ambo le parti e dalle testimonianze: "Mi hanno fotografato e preso le impronte. Poi hanno iniziato a cercare nel telefono, a chiedermi cosa pensassi dell'Ucraina e di Putin, se avessi amici militari, è stato degradante", ha raccontato ad esempio una ragazza poi riuscita a entrare in Ue, dopo essere passata per San Pietroburgo. La stessa procedura viene raccontata da diversi profughi ai media russi, quello che cambia è che i testimoni parlano della "necessità di controllare la presenza di eventuali disertori o provocatori ucraini". Le fonti ufficiali russe precisano che la caccia è ai "nazionalisti ucraini che tentano di entrare in Russia per evitare di essere puniti".

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