Perché Mercedes, Ford, Peugeot/Citroën, Renault e Nissan sono finite a processo

Inizierà oggi, lunedì 13 ottobre, presso l'Alta Corte di Londra il processo per lo scandalo delle emissioni, noto come dieselgate, che vede alla sbarra degli imputati alcuni fra i più importanti gruppi automobilistici del mondo: Mercedes, Ford, Peugeot-Citroën, Renault e Nissan.
Si tratta dell'ultimo atto della vasta vicenda legale che ha già visto risarcimenti sborsati dai grandi marchi nel Regno Unito e nel resto d'Europa, a partire dalla tedesca Volkswagen.
Il tribunale è chiamato a stabilire se i sistemi installati sui veicoli diesel delle case automobilistiche chiamate in causa, che negano tutte le accuse, siano stati progettati per eludere le normative ambientali sulla qualità dell'aria.
Il procedimento legale contro i cinque imputati principali costituirà un precedente per le altre aziende, aprendo potenzialmente la strada a risarcimenti miliardari.
La class action è stata presentata per conto di 1,6 milioni di automobilisti. Il dieselgate era iniziato nel settembre 2015, quando Volkswagen aveva ammesso di aver installato su milioni di veicoli un software per far apparire i motori meno inquinanti nei test rispetto alle reali condizioni di guida, e da lì poi aveva coinvolto gli altri grandi produttori del settore.
Nel 2020 l'Alta Corte ha stabilito che Volkswagen aveva effettivamente utilizzato dispositivi di manipolazione in violazione delle norme dell'Unione Europea per superare i test sulle emissioni. Il gruppo tedesco aveva preferito porre fine al procedimento accettando di pagare 193 milioni di sterline (222 milioni di euro) a titolo di transazione amichevole.
Si ritiene che i "dispositivi di manipolazione" consentissero a un'auto di identificare quando si trovava in uno scenario di test, come riporta Bbc. In questo caso, il motore avrebbe funzionato a livelli di potenza e prestazioni inferiori alla norma per registrare valori inferiori di ossidi di azoto.
Gli avvocati degli automobilisti sostengono che gli acquirenti sono stati ingannati sulla sostenibilità ambientale dei veicoli e che le auto ancora in circolazione continuano a emettere livelli pericolosi di inquinamento.
Sebbene il processo inizi oggi, la sentenza non è prevista prima dell'estate. Se il tribunale si pronuncerà contro le case automobilistiche, è probabile che venga incardinato un ulteriore processo per determinare l'entità del risarcimento.