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Opinioni
Guerra in Ucraina

Perché l’affondamento del Moskva è così importante per gli ucraini (e per i russi)

La perdita dell’incrociatore Moskva ha un enorme valore simbolico per la guerra di Putin in Ucraina. Ma ha anche dei risvolti concreti di grande rilevanza, proviamo a capire quali.
A cura di Daniele Angrisani
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foto di repertorio dell'incrociatore russo
foto di repertorio dell'incrociatore russo
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L’affondamento dell’incrociatore russo Moskva ha rappresentato sicuramente la notizia principale della settimana appena trascorsa: si tratta infatti della nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero e la sua perdita è indiscutibilmente un colpo molto pesante per le Forze Armate russe impegnate nell’invasione in Ucraina.

Cosa sia successo, è difficile da dire con esattezza anche a distanza di giorni. Stando al sito Naval News che ha reso noto le prime immagini satellitari della nave in fiamme, la Moskva si trovava alle coordinate 45°10’43.39″N, 30°55’30.54″E, ovvero ad 80 miglia nautiche da Odesa e 50 miglia nautiche dalla costa ucraina, quando ha preso fuoco per un incendio sviluppatosi a bordo durante la giornata di mercoledì 13 aprile 2022.

Secondo quanto ha affermato il Pentagono venerdì 15 aprile 2022 la causa dell’incendio è stato con tutta probabilità l’impatto con due missili anti-nave Neptune R-360 lanciati da postazioni ucraine. Si tratta della versione già inizialmente raccontata da fonti ucraine già la sera del 13 aprile, che avevano da subito rivendicato l’attacco contro la nave ammiraglia dei russi.

Il Ministero della Difesa russo non ha voluto confermare questa versione, restando piuttosto sul vago e parlando invece di un incendio sviluppatosi a bordo (senza entrare nei dettagli delle cause) che ha raggiunto la santabarbara della nave, facendo esplodere il deposito di munizioni e danneggiando, in maniera che poi si è dimostrata irreparabile, lo scafo dell’imbarcazione. La mattina di venerdì è stato lo stesso Ministero della Difesa russo a dover ammettere che la Moskva era affondata mentre veniva trascinata nel porto di Sebastopoli, dando però la colpa ad una “tempesta in corso” nella zona dei soccorsi.

Si è trattato, ad ogni modo, della peggiore perdita di una nave militare nella storia mondiale almeno dal 1982, quando i britannici riuscirono ad affondare l’incrociatore leggero argentino General Belgrano durante la guerra delle Falkland.

Si tratta inoltre della più grande nave da guerra russa ad essere persa in battaglia dal 1941, quando i bombardieri tedeschi avevano messo fuori combattimento (ma senza riuscire ad affondarla) la corazzata sovietica Marat nel porto di Kronstadt.

Per gli ucraini l’affondamento della Moskva rappresenta indubbiamente un enorme colpo di propaganda: non avrebbero potuto sperare di meglio sia per l’importanza stessa della nave, che per l’impatto sul morale della popolazione ucraina stremata dopo oltre 50 giorni di guerra.

La Mosvka, infatti, è la nave che è stata letteralmente mandata a quel paese dal distaccamento di soldati ucraini presenti sull’Isola dei Serpenti, in un audio che ha fatto il giro del mondo registrato il 24 febbraio 2022, il primo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina. Dopo aver ricevuto un messaggio dalla Moskva chiedendo la resa o altrimenti minacciando un bombardamento, una guardia di frontiera ucraina aveva risposto: "Nave da guerra russa, vai a farti fottere". La risposta è diventata presto virale come simbolo della resistenza ucraina contro l’aggressione russa nei primi difficili giorni dell’invasione.

Nell’immaginario popolare ucraino – nonostante il fatto che la guarnigione si sia poi arresa e presa prigioniera dai russi – l’episodio ha rappresentato un momento chiave della guerra.

È notizia di ieri, ad esempio, che nella capitale Kiyv si siano viste code lunghe ore dinanzi al principale ufficio postale per l’acquisto dei francobolli commemorativi di questo episodio, che sono andati letteralmente a ruba. Si può quindi facilmente immaginare la gioia di moltissimi ucraini alla notizia dell’affondamento della nave da loro più odiata.

Ma la perdita della Mosvka ha anche un impatto diretto sulla forza navale dei russi nel Mar Nero: uno dei compiti dell'incrociatore era infatti la difesa aerea e missilistica di tutte le forze navali presenti in zona e per questo motivo la nave aveva a bordo diversi sistemi di difesa aerea a lungo raggio S-300 "Fort".

L’affondamento della nave ammiraglia compromette quindi la protezione delle forze della flotta del Mar Nero coinvolte nella guerra con l'Ucraina contro gli attacchi dall'aria, ed apre potenzialmente la strada per attacchi con droni o con quello che resta delle forze aree ucraine contro la Crimea occupata dai russi nel 2014, finora considerata off-limits per gli ucraini.

Ciò detto, altre cinque navi da guerra russe presenti nella parte settentrionale del Mar Nero si sono allontanate dalla costa dell’Ucraina subito dopo l’attacco alla Moskva, secondo quanto riporta il Pentagono. Ma i funzionari dell’intelligence militare statunitense ritengono comunque che da quella distanza siano lo stesso in grado di effettuare attacchi missilistici contro postazioni ucraine.

Non è ben chiaro neppure quante siano state le vittime. Il Ministero della Difesa russo ha detto che l'equipaggio era stato evacuato, senza però entrare nel dettaglio dei numeri; tuttavia, il 15 aprile, fonti ucraine hanno affermato che diversi marinai sarebbero invece morti durante l’attacco all’incrociatore.

Il Ministro della Difesa lituano Arvydas Anušauskas aveva in precedenza affermato che una nave turca aveva evacuato 54 persone dalla nave alle 2 del mattino, prima che la nave affondasse alle 3. (I turchi da parte loro hanno smentito qualsiasi intervento di salvataggio). Anušauskas ha aggiunto che al momento dell’impatto c'erano 485 persone a bordo, di cui 66 erano ufficiali. Non si sa bene quanti di loro siano sopravvissuti.

Sabato 16 aprile, comunque, il Ministero della Difesa russo ha diffuso un video che mostra circa una cinquantina di membri dell’equipaggio, incluso il capitano della nave affondata Anton Kuprin (che in precedenza era stato dato per morto) che si incontrano a Sebastopoli con il comandante in capo della Marina russa Nikolai Yevmenov.

Diversi osservatori hanno però fatto notare che nel video non appare il comandante della flotta del Mar Nero Igor Osipov, che, secondo fonti dell’intelligence ucraina sarebbe stato arrestato dalle autorità russe subito dopo la perdita della nave ammiraglia della flotta.

Sebbene quindi la versione ufficiale da parte di Mosca sia quella di voler sminuire la perdita a tutti i costi – il Cremlino ha fatto sapere ad esempio che Putin non intende tenere una riunione per questo né recarsi a Sebastopoli al quartier generale della flotta del Mar Nero – ci sono chiari segnali che il colpo subito sia stato pesante.

Il giorno dopo l’attacco – e prima ancora che si venisse a sapere che la Moskva era affondata – esperti e giornalisti russi hanno subito proposto, nel corso della trasmissione “La Sera” di Vladimir Solovyev in onda sul primo canale della Tv di Stato russa, come rappresaglia di bombardare a tappeto Kiyv, distruggere le ferrovie e rendere impossibile la visita in Ucraina di qualsiasi altro leader mondiale in futuro.

In un altro programma, la presentatrice Olga Skabeyeva ha addirittura affermato che l’affondamento della Moskva rappresenta a tutti gli effetti “l’inizio della terza guerra mondiale”, e che ora i russi stanno combattendo non più solo contro gli ucraini, ma con “l’intera infrastruttura militare della NATO”, sebbene non vi sia alcuna prova di un aiuto da parte NATO nell’attacco contro l’incrociatore russo.

Alle parole minacciose iniziano, comunque, già a seguire i primi fatti: il numero di attacchi aerei contro le città ucraine è infatti aumentato negli ultimi due giorni. Sabato 16 aprile, ad esempio, missili russi hanno preso di mira alcune zone residenziali delle città di Mykolaiv e di Kharkiv, causando diverse vittime civili. Infine, un attacco missilistico russo avvenuto la notte del 15 aprile ha distrutto nella regione di Kiyv l’impianto Vizar Zhulyansky dove venivano assemblati i missili Neptune. Questo ultimo gesto sembra più che mai una conferma implicita anche da parte russa del fatto che siano effettivamente stati questo tipo di missili ad affondare la loro ammiraglia, nonostante le smentite ufficiali.

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Daniele Angrisani, 43 anni. Appassionato da sempre di politica internazionale, soprattutto Stati Uniti e Russia. 
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