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Guerra in Ucraina

Perché il “generale inverno” cambierà la guerra e potrebbe imporre a Kiev e Mosca una trattativa

Il professor Gastone Breccia: “Ghiaccio e neve imporranno un rallentamento delle operazioni militari. Si combatterà meno e – in questo quadro – è logico e sensato pensare all’avvio di una trattativa tra Kiev e Mosca”.
Intervista a Professor Gastone Breccia
Storico, esperto di teoria militare
A cura di Davide Falcioni
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Il "generale inverno" sta piombando sull'Ucraina. A Kiev le temperature notturne scendono già sotto lo zero, mentre nelle trincee del Donbass il freddo negli ultimi giorni sta dando una tregua, in vista di mesi che si annunciano però durissimi. Neve e ghiaccio imporranno un rallentamento dei combattimenti: le strade non asfaltate saranno coperte di fango, i mezzi andranno in panne, le riparazioni saranno complicatossime e i soldati nei trinceramenti dovranno resistere a temperature che non di rado scenderanno a 20 gradi sotto zero.

In questo quadro la scorsa settimana il capo di stato maggiore Usa, Mark Milley, ha invitato Kiev e Mosca ad avviare dei colloqui che portino almeno a un cessate il fuoco: "La probabilità di una vittoria militare ucraina che cacci via tutti i russi dal Paese, inclusa la Crimea, è molto bassa", ha detto il generale statunitense. Mykhaylo Podolyak, principale consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha tuttavia replicato che l'avvio di un negoziato con la Russia equivarrebbe ad una capitolazione dell'Ucraina.

Si combatterà ancora, quindi. Ma come? E chi sarà avvantaggiato? Fanpage.it ha fatto il punto con il professor Gastone Breccia, storico ed esperto di teoria militare.

Il professor Gastone Breccia
Il professor Gastone Breccia

Il capo di stato maggiore degli Stati Uniti, generale Mark Milley, ha dichiarato che l’inverno sarà un buon periodo per avviare un negoziato. Come mai?

Ci sono ragioni oggettive. È molto probabile, anzi inevitabile, che il ritmo delle operazioni militari diminuirà. Ci sarà un forte rallentamento perché le condizioni saranno tali da impedire, ad esempio, le manovre rapide adottate spesso sul campo soprattutto dagli ucraini. Le formazioni motorizzate che finora conducevano quegli attacchi avranno grosse difficoltà a operare, soprattutto perché potranno percorrere solo strade asfaltate. Le altre, infatti, saranno coperte da fango o neve, quindi impraticabili. In quelle condizioni i mezzi si danneggeranno più facilmente e le riparazioni saranno molto più complesse.

Insomma, saranno le condizioni meteo – più che le decisioni politiche – a imporre un rallentamento. 

Sì, si combatterà meno ed è logico e sensato pensare all'avvio di una trattativa. Il generale Milley ha detto una cosa molto semplice: se è vero che adesso gli ucraini sono in vantaggio grazie ai risultati conseguiti negli ultimi mesi, è altrettanto vero che non è né probabile né imminente una sconfitta totale dei russi. Questo è semplice buon senso. Dal momento che non è alle porte una debacle totale di Mosca, meglio approfittare dell'inverno per parlarsi.

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Cosa cambierà per gli eserciti nei prossimi mesi?

La prima cosa da tenere presente è che vivere all'aperto nelle trincee o in buche scavate sul terreno ghiacciato, con temperature che spesso possono scendere a 20 gradi sotto lo zero, è tremendamente difficile. Ho sentito dire da persone poco informate che i russi sono più abituati a queste condizioni estreme: non è esattamente così. Noi sappiamo per certo che gli ucraini hanno ricevuto quasi 500mila equipaggiamenti individuali invernali dal Canada: tute termiche, scarponi, guanti… praticamente l'intero esercito sarà in grado di sopportare adeguatamente il freddo.

Non è così anche per i russi?

Purtroppo per loro i soldati russi hanno alle spalle un'organizzazione logistica molto farraginosa e con gravi problemi di corruzione. L'equipaggiamento invernale ucraino è certamente migliore e distribuito più capillarmente di quello russo. Sembra una banalità, ma se si ha una mano semi-congelata è un problema combattere, pulire o impugnare i fucili, fare manutenzione ai mezzi meccanizzati corazzati, persino mangiare e bere. In inverno anche questi aspetti fanno la differenza. Se è vero che le manovre di Kiev dovranno giocoforza rallentare, è altrettanto vero che i russi nei prossimi mesi dovranno stare molto attenti perché il loro esercito ha dimostrato di essere logisticamente molto arretrato.

Si combatterà nelle trincee anche in inverno, con 20 gradi sotto zero?

Sì. Nel Donbass, dopo l'offensiva ucraina di settembre, il fronte si è stabilizzato e gli eserciti vivono nelle trincee. Sta accadendo in particolar modo a Bachmut. Anche sul Dnipro, dopo la ritirata russa,  è stato da tempo predisposto un sistema di trinceramenti. L'idea di Mosca credo sia quella di bloccare il fronte fino a primavera, difendere le posizioni e nel frattempo far affluire rinforzi in vista di un possibile nuovo attacco a marzo. Ripeto, questo potrebbe essere un buon momento per iniziare a parlarsi.

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Un'offensiva russa in primavera potrebbe rovesciare le sorti della guerra?

Se riuscissero a riorganizzarsi potrebbero fare molto male. Nelle retrovie si stanno addestrando i nuovi coscritti e si stanno mettendo a punto i nuovi carri armati  T-14 Armata. Gli equipaggi si stanno preparando per utilizzarli in un eventuale attacco che potrebbe essere ordinato tra la fine di febbraio e marzo. In questo quadro l'Ucraina potrebbe essere in condizione di aprire una trattativa da una posizione favorevole puntando sul ritorno alla situazione antecedente al 24 febbraio. Mi sembra di capire però che le posizioni di Mosca e Kiev siano ancora molto distanti.

Gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine delle ultime settimane sta privando milioni di ucraini di energia elettrica. Ciò potrebbe far crollare il consenso intorno a Zelensky, imponendogli un dialogo con Putin?

Questa è con ogni evidenza la speranza russa. Non si stanno colpendo obiettivi militari ma infrastrutture civili elettriche e idriche. Vista la durezze dell'inverno da quelle parti restare senza luce significa restare al freddo. Mosca auspica che – così facendo – il consenso alla prosecuzione della guerra crolli e Zelensky accetti di trattare una pace sfavorevole. Faccio però notare una cosa: questo tipo di strategia in passato non ha mai dato risultati vantaggiosi. Durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi vennero pesantemente bombardati dagli Alleati, eppure fu necessario arrivare a Berlino per finire la guerra. Lo stesso accadde in Serbia o in Vietnam. Sono innumerevoli i casi di popolazioni che, pur sotto una feroce offensiva dall'alto, hanno resistito. Dirò un'altra cosa: da quello che mi risulta la popolazione ucraina da tempo si sta organizzando per resistere a un inverno difficile. Esiste un mercato parallelo di piccoli generatori elettrici a benzina che stanno andando a ruba. Insomma, non c'è per ora da parte della popolazione nessun crollo morale.

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