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Guerra in Ucraina

In Ucraina gelo in arrivo, l’UNHCR a Fanpage: “L’Europa si prepari a un aumento dei profughi”

Chiara Cardoletti, Rappresentante per l’Italia dell’UNHCR: “Il danneggiamento delle fonti energetiche ostacola la capacità del Paese di affrontare l’inverno, che già si annunciava difficilissimo. Tantissime persone in Ucraina vivono oggi in case danneggiate o in edifici inadatti a proteggerli dal freddo”.
A cura di Davide Falcioni
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Nelle ultime settimane l'esercito russo ha concentrato i suoi attacchi sulle infrastrutture energetiche ucraine: bombe e missili hanno preso di mira soprattutto le reti elettriche lasciando migliaia di civili senza energia e riscaldamento proprio alla vigilia di un inverno che si annuncia lungo e rigido.

Nei prossimi giorni, infatti, a Kiev le temperature scenderanno sotto lo zero. La situazione sarà molto peggiore nel nord e nell'est del Paese e in molti saranno costretti ad abbandonare le proprie abitazioni alla ricerca di ripari accoglienti e sicuri. L'Europa, in particolare i Paesi confinanti con l'Ucraina, dovranno fronteggiare con ogni probabilità un intenso afflusso di profughi ai quali andrà garantita tutta l'assistenza e il supporto necessari.

Ma cosa ci attende? Come potranno i singoli cittadini aiutare i rifugiati ucraini? Fanpage.it ne ha parlato con Chiara Cardoletti, Rappresentante per l'Italia, la Santa Sede e San Marino dell'UNHCR, Agenzia Onu per i Rifugiati.

Chiara Cardoletti, UNHCR
Chiara Cardoletti, UNHCR

Quanti sono i profughi ucraini attualmente in Europa? E quanti di questi hanno raggiunto l’Italia?

I rifugiati dall’Ucraina registrati in Europa sono oltre 7,8 milioni. Di questi, 4,7 si sono registrati per ricevere la Protezione Temporanea o strumenti analoghi di protezione che garantiscono loro tutela immediata e libertà di circolazione nell’UE. In Italia sono arrivati oltre 171mila rifugiati dall’Ucraina che sono in gran parte ospitati e accolti dai loro connazionali che in Italia formano una delle comunità di cittadini ucraini più ampie d’Europa. Oltre 160mila si sono registrati per la Protezione temporanea e 2.800 hanno fatto domanda di asilo. Tuttavia, l’UNHCR stima che il numero reale di rifugiati arrivati in Italia dall’Ucraina sia molto superiore.

La Russia da settimane sta prendendo di mira le infrastrutture energetiche ucraine, come reti elettriche e impianti di riscaldamento. Ciò determinerà un aumento dei profughi? 

I dati che riceviamo dalle autorità della regione non hanno ancora evidenziato un aumento o una variazione significativa degli attraversamenti di frontiera legati alla guerra in Ucraina. Tuttavia, la situazione all'interno del Paese continua a deteriorarsi. Recentemente c’è stata una nuova ondata di attacchi missilistici che ha provocato il ferimento di civili e l'interruzione su larga scala delle forniture di elettricità e acqua. È stata la quinta ondata massiccia di attacchi contro infrastrutture cruciali in tutta l'Ucraina dal mese di ottobre, e questi attacchi stanno privando la popolazione di acqua ed elettricità, aggravando le esigenze umanitarie. Inoltre, il danneggiamento delle fonti energetiche ostacola la capacità del Paese di affrontare l'inverno, che già si annunciava difficilissimo. Tantissime persone in Ucraina vivono oggi in case danneggiate o in edifici inadatti a proteggerli dal freddo, senza i mezzi di sussistenza necessari per far fronte a lavori di riparazione o di isolamento termico. Purtroppo non prevediamo che la situazione migliori nel breve periodo e stiamo quindi pronti a ulteriori movimenti di popolazione, sia all'interno che all'esterno dell'Ucraina, tenendo conto dei diversi scenari possibili e della portata e dei limiti dell'assistenza umanitaria.

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Quali misure deve prendere la comunità internazionale? 

Le organizzazioni umanitarie hanno rafforzato drasticamente la loro risposta per far fronte alla crisi umanitaria in previsione dell’inverno. L’UNHCR, in stretta collaborazione con il governo centrale e le autorità locali, si è già attivata per fornire supporto a oltre un milione di persone vulnerabili. Anche nei Paesi limitrofi, continuiamo a sostenere le autorità per rispondere ai bisogni dei rifugiati che provengono dall'Ucraina. Tra questi, la Moldavia continua a necessitare di particolare attenzione, data la sua vulnerabilità. Tuttavia, è chiaro che bisogna fare molto di più. La comunità internazionale deve aumentare gli sforzi per porre fine a questa guerra insensata. Purtroppo le distruzioni causate dagli attacchi alle infrastrutture civili in Ucraina stanno rapidamente facendo apparire la risposta umanitaria come una goccia nell'oceano dei bisogni.

I singoli cittadini possono dare una mano? 

Intanto possono sostenere la campagna di UNHCR per assistere gli sfollati in Ucraina duranti i mesi invernali. Le persone più vulnerabili sono quelle più a rischio in inverno, e senza fondi adeguati sarà difficile garantire loro l'assistenza salvavita di cui hanno bisogno. Per questo motivo è importante il contributo di tutti: anche un piccolo gesto può fare la differenza. E non bisogna dimenticare le molte altre emergenze umanitarie che richiedono attenzione e risorse, anche in vista dell’inverno: Afghanistan, Siria, Iraq, Libano, Giordania, Yemen, Sud Sudan, Sahel e molte altre parti del mondo. 

Come verranno distribuiti gli aiuti? E dove?

Uno dei pilastri dell’intervento dell’UNHCR in Ucraina per l’inverno consiste nel riparare gli edifici danneggiati, specialmente negli oblast di Chernihivska, Kyivska, Sumska e Zytomyrska. Questo è di essenziale importanza, specialmente per gli anziani, le persone con disabilità e coloro che sono precipitati in condizione di estrema povertà e sono stremati fisicamente e con risorse molto limitate. Bisogna anche prestare una particolare attenzione a chi vive in zone isolate, non collegate alle infrastrutture energetiche principali e agli sfollati nei centri collettivi, luoghi che stiamo riparando e isolando dal freddo. Stiamo poi fornendo beni di prima necessità: stufe, indumenti caldi per l'inverno e coperte termiche, lenzuola, e assistenza in denaro diretta, per consentire alle persone di coprire le spese per i bisogni primari incluso l’affitto per chi vive in contesti urbani, il riscaldamento, abiti invernali e cibo.

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Lo scorso 28 ottobre l’UNHCR ha segnalato che almeno 3,4 milioni di persone sono sfollate da Nigeria, Chad, Niger, Burkina Faso e Camerun a causa delle recenti catastrofiche inondazioni. Che impatto avrà in futuro il cambiamento climatico sulle migrazioni?

Le conseguenze più estreme della crisi climatica come inondazioni e siccità stanno costringendo molte persone alla migrazione forzata, e rendono la vita più difficile a coloro che sono già stati costretti a fuggire. Milioni di sfollati e apolidi nel mondo vivono infatti in "punti caldi" vulnerabili ai cambiamenti climatici, ma non hanno le risorse per adattarsi a un ambiente sempre più inospitale. Inoltre, la crisi climatica si sta intersecando con i tradizionali fattori di spinta delle migrazioni come i conflitti, l’insicurezza alimentare, l'aumento dei prezzi e gli effetti persistenti della pandemia COVID-19, costringendo sempre più persone a abbandonare le loro case. Si tratta di un’emergenza che colpisce tutti i continenti e tutte le regioni: ma gli effetti più profondi sono avvertiti in modo sproporzionato dalle persone più vulnerabili, in particolare da chi è stato costretto a fuggire. Oltre il 70% dei rifugiati e degli sfollati del mondo proviene infatti dai paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici, tra cui Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Siria e Yemen. Senza un'azione coraggiosa e un massiccio aumento dei finanziamenti per la mitigazione e l'adattamento, le conseguenze umanitarie attuali e future della crisi climatica sulle popolazioni sfollate e sulle comunità ospitanti saranno catastrofiche.

Perché il trattamento che l’Italia e l’UE riserva agli altri migranti – rispetto a quelli ucraini – è così diverso?

L'Europa e l'Italia hanno dato una risposta esemplare ai rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina, aprendo le porte a milioni di persone e fornendo accesso a diritti e servizi in breve tempo. Ovviamente è difficile fare lo stesso per tutte le persone in arrivo in Europa. Però la libertà di movimento, l'accesso ai servizi, l’inserimento lavorativo e scolastico sono fattori d'integrazione rapida per tutti i rifugiati, e vanno perseguiti. Tutte le persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani hanno il diritto di essere protetti e di ricostruire la propria vita in modo dignitoso, chiunque essi siano, da qualunque Paese provengano, sempre.

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