Perché a Los Angeles sono scoppiate le proteste dopo i raid anti-migranti e Trump ha schierato la Guardia Nazionale

Da giorni è altissima la tensione in California dove si sono verificati proteste e scontri scoppiati dopo i raid degli agenti anti immigrazione e proseguiti con l'invio della Guardia Nazionale da parte del presidente Usa Donald Trump.
Ci sarebbero stati almeno 150 arresti e, secondo quanto riportato dalla CNN, nelle proteste di domenica le forze schierate davanti al Metropolitan Detention Center avrebbero utilizzato manganelli, lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti, come dimostrano anche alcuni video condivisi sui social network.
La sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha criticato apertamente la scelta del presidente di inviare forze militari in città per reprimere pacifiche manifestazioni di piazza, mentre il governatore della California Gavin Newsom ha chiesto ai manifestanti di "non dare a Trump ciò che vuole".
Per cercare di capire cosa sta accadendo e quali sono le implicazioni per la politica americana Fanpage.it ha intervistato il professor Mattia Diletti, docente della Sapienza Università di Roma ed esperto di politica americana.
Cosa sta succedendo a Los Angeles: la situazione
"Ci sono momenti di mobilitazione in tutti gli Stati Uniti. Si è parlato tanto di Los Angeles, recentemente di San Francisco, ma anche in realtà più piccole ci sono gruppi organizzati di persone che cercano di bloccare i raid di questa "polizia migratoria", chiamiamola così, che è l'ICE (La US Immigration and Customs Enforcement, ndr)", ha spiegato l'esperto.
"La cosa che va detto subito – chiarisce il professore – è che l'ICE agisce spesso in modo illegale, senza seguire la legge. La tecnica che utilizza adesso, ed è uno dei motivi che hanno fatto scoppiare le proteste a LA, è andare nei posti dove si sa che si riuniscono le persone che lavorano, come i giornalieri che sono impiegati nel settore edile, e fare veri e propri sequestri".
Diletti agente che gli agenti hanno fatto in molti casi degli errori: "Prendono persone che non hanno problemi dal punto di vista legale. Molti di loro non sono veri e propri clandestini, ma persone in attesa di naturalizzazione, che hanno fatto domanda per la green card, ma che magari stanno pagando regolarmente le tasse con metodi formali con cui è possibile farlo".
La promessa di Trump era di colpire i criminali e gli immigrati clandestini ma a Los Angeles in uno dei quartieri maggiormente colpiti dai raid abitano lavoratori poveri ispanici. "Mentre l'ICE non ha messo piede dove sono le gang", sottolinea Diletti.
Perché sono scoppiate le proteste: i motivi politici degli scontri
"È tutta propaganda costruita con l'obiettivo di creare una crisi in una città e in uno Stato democratico venduta come generata dall'inefficienza e la corruzione dei democratici", prosegue ancora il professore.
A Los Angeles i manifestanti hanno cominciato a reagire con episodi di violenza, anche gravi e "in parte provocati dall'azione muscolare e sopra le righe della Guardia Nazionale. Anch'essa intervenuta in modo del tutto illegale".

Come ci spiega Diletti, infatti, la Guardia Nazionale deve agire di concerto e su richiesta del governatore dello Stato, tranne in casi eccezionali.
"L'ultima volta che è stata convocata dal presidente è stato nel 1965, quando Lyndon B. Johnson volle garantire agli afroamericani di marciare per i diritti civili (che non erano garantiti dagli Stati del Sud)", ricorda.
"Trump fa una cosa illegale al giorno e, dopo Harvard, le azioni sui media e sugli studi legali, sta agendo in un contesto dove potrebbero esserci anche dei morti, com'è accaduto il 6 gennaio. Penso che lui cerchi questo per aumentare i suoi poteri in situazioni di emergenza".
Secondo Diletti, Trump avrebbe infatti usato l'ICE "come se fosse una milizia personale". "Anche nei metodi, volto coperto, rastrellamenti, l'ingresso in posti in cui non potrebbero entrare senza mandato. La polizia di LA non sta collaborando ma continua a dichiarare in pubblico, con conferenze stampa, che non è d'accordo con i federali", osserva.

"Non si è mai visto negli ultimi anni in stati di democrazia matura un livello di illegalità così alto, se non in Ungheria", commenta ancora Diletti. Gli sviluppi, secondo il professore, sono incerti. "Ma tutto questo è fatto da Trump per vendere alla sua base che lui sta facendo il suo dovere contro il nemico interno, che questa volta sono i democratici californiani".
"Non c'è più verità nel dibattito da quando c'è lui ma solo la costruzione di un mondo parallelo sui social e nelle conferenze stampa, viene descritto un mondo che non esiste. – conclude – Come la storia sugli immigrati di Haiti che mangiano gli animali domestici detta in campagna elettorale".