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Parigi, manifestanti contro la riforma delle pensioni “assaltano” il teatro dove c’è Macron

Un folto gruppo di manifestanti che si oppongono alla riforma delle pensioni francese si è dato appuntamento al teatro Bouffes du Nord di Parigi dopo aver appreso, da un giornalista militante, che in sala c’era il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Gli attivisti sono stati respinti dalla polizia.
A cura di Davide Falcioni
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Momenti di paura e tensione ieri per il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e per la moglie Brigitte Trogneux: i due stavano assistendo a uno spettacolo nel teatro Bouffes du Nord di Parigi quando, in sala, hanno tentato di entrare una trentina di manifestanti del movimento contro la riforma delle pensioni. Il tentativo degli attivisti è stato respinto dalla polizia. Il capo dell'Eliseo e la consorte sono stati messi in sicurezza, poi sono potuti rientrare nella sala per assistere alla fine della rappresentazione teatrale prima di andarsene in auto, adeguatamente scortati.

Il confronto tra manifestanti e agenti di polizia in assetto antisommossa è durato circa un'ora ed è stato molto acceso; gli attivisti chiedevano di cancellare – e non solo sospendere – la riforma delle pensioni. Secondo l'entourage di Macron ad "avvertire" della presenza del Presidente della Repubblica nel teatro è stato il giornalista militante Taha Bouhafs seduto a poche file dal presidente, che ha pubblicato una fotografia su Twitter invitando gli attivisti a intervenire con una manifestazione di protesta. Il cronista è stato poi fermato e condotto in commissariato.

Arthur Knight, uno dei manifestanti che hanno partecipato al sit in, ha spiegato: "Eravamo all'università Parigi VII quando qualcuno ha ricevuto un messaggio che spiegava che Macron era a teatro. A quel punto abbiamo deciso di dimostrargli che siamo presenti, che si protesta non solo per la riforma delle pensioni". Da parte sua l'Eliseo ha fatto sapere che "il presidente continuerà a recarsi a teatro come è abituato a fare e vigilerà affinché azioni politiche violente non violino la libertà di espressione, la libertà degli artisti e la libertà di creazione".

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