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Nairobi, scoppiano bombole di gas: “palla di fuoco” travolge case e negozi, 3 morti e oltre 300 feriti

L’esplosione è avvenuta in un impianto di riempimento di gas da cucina che non aveva la licenza nel quartiere Embakasi, della capitale del Kenya. Bruciate case, negozi ed automobili.
A cura di Biagio Chiariello
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Un’esplosione di gas avvenuta la scorsa notte in un impianto di rifornimento di gas da cucina a Nairobi, capitale del Kenya, ha ucciso almeno tre persone e ne ha ferite almeno trecento, secondo le autorità del Paese dell’Africa orientale.

L'incidente è avvenuto alle 23.30 ora locale del 1 febbraio, a partire da un camion carico di bombole di gas nella zona di Embakasi quando "un’enorme palla di fuoco che si è diffusa ampiamente”, ha detto il portavoce del governo Isaac Maigua Mwaura. Molti palazzi, automobili e negozi della zona sono stati devastati dalle fiamme, con centinaia di persone costrette alla fuga, terrorizzate e intossicate dal fumo.

"Un’azienda stava riempiendo bombole di gas quando è scoppiato un incendio e diverse persone sono rimaste ferite e portate d’urgenza in ospedale. L’edificio che ospita l’azienda è gravemente danneggiato”, ha spiegato Mwaura.

“Le azioni concertate di varie unità di intervento hanno portato con successo all’evacuazione di 271 persone in diverse strutture sanitarie a Nairobi”, ha poi ferito la Croce rossa aggiungendo che altre circa 30 persone sono state curate sul posto.

Alex Ontita, un residente ha detto alla CNN che la sua casa "è stata completamente danneggiata. Ero spaventato ed emozionato perché questo era il posto in cui vivevo e ora è bruciato. Non ho nessun posto dove andare”, ha aggiunto il 25enne.

L’Autorità di regolamentazione dell’energia e del petrolio del Kenya (EPRA) ha confermato che l’esplosione è avvenuta in un impianto di riempimento di gas da cucina "senza licenza". Pare che l'ente abbia ricevuto richieste di permessi di costruzione per un impianto di stoccaggio e riempimento di GPL a marzo, giugno e luglio 2023, ma tutte le richieste sono state respinte poiché non soddisfacevano i criteri minimi, in particolare quelli della "distanza di sicurezza previste dallo standard del Kenya".

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