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Migranti, Mogherini: “Basta Europa ‘schizofrenica’, gli Stati seguano l’Ue”

La soluzione è “allineare il discorso politico che sta a monte delle decisioni comuni con quanto i governi fanno quando tornano a casa. Finché non si mantiene una condotta coerente, il sistema non può funzionare”, ha detto in un’intervista a La Stampa.
A cura di Claudia Torrisi
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Nella gestione di Affari interni e sulla questione immigrazione esiste anche un'Europa "schizofrenica". Lo afferma l’alto rappresentante Ue per la Politica estera, Federica Mogherini, nel corso di un'intervista a La Stampa. "Si riconosce – ha detto – che il problema è più grande di quanto qualsiasi Stato da solo sia in grado di gestire, si chiede una risposta europea, ma subito dopo – anche se è stata presa una decisione – non la si mette in atto, si riprende la strada nazionale e si scarica la colpa sull’Europa". In questo modo, ha aggiunto, si crea "un circolo vizioso" che "rischia di neutralizzare gli strumenti europei che abbiamo faticosamente iniziato a costruire, dalla gestione delle frontiere alla politica migratoria e di asilo comune". La soluzione, secondo Mogherini è  "allineare il discorso politico che sta a monte delle decisioni comuni con quanto i governi fanno quando tornano a casa. Finché non si mantiene una condotta coerente, il sistema non può funzionare. Così aumenta la frustrazione delle opinioni pubbliche perché non si hanno le risposte e si indeboliscono gli strumenti comunitari. È questa la crisi che l’Ue sta vivendo, una crisi di coerenza e visione, di miopia, frutto di una leadership che fatica a trovare la direzione di marcia e seguirla coerentemente".

L'alto rappresentante Ue per la Politica estera ha parlato anche del ruolo dell'Italia, che ha definito "molto positivo": "Lo dimostra il Migration Compact. È un sostegno politico all’opera che abbiamo avviato con l’Africa, programmando investimenti intelligenti e di lungo periodo per gestire i fenomeni migratori con i paesi di origine e transito", ha aggiunto. Mogherini ha poi negato "misure drastiche" per fermare i profughi dal Nord Africa. "La logica del ‘soldi in cambio della garanzia di tenere i migranti in carcere' appartiene al passato. Oggi lavoriamo a un partenariato, che richiede risorse, impegno politico e soprattutto un governo libico", ha spiegato. Sulla questione Brennero, invece, ha dichiarato che "senza una politica europea condivisa sul l’immigrazione anche un Paese come l’Austria, che è stato generoso nell’accogliere i rifugiati, finisce per evocare la reintroduzione dei controlli. È una illusione pensare di gestire il fenomeno a livello nazionale, oltretutto l’idea di innalzare barriere fisiche all’interno dell’Ue è inaccettabile, sproporzionata e contraria allo spirito dei trattati. Reintrodurre controlli alle frontiere deve essere un fatto eccezionale e temporaneo, come ha ribadito la Commissione".

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