Migranti, chiesti 35 anni di carcere per gli scafisti del piccolo Aylan

La Procura di Bodrum, sulla costa egea della Turchia. ha chiesto 35 anni di carcere per i due presunti scafisti accusati di essere coinvolti nella morte del piccolo Aylan Kurdi, il bimbo siriano annegato al largo delle coste turche e le cui foto del recupero del corpicino avevano commosso l'opinione pubblica mondiale. Sul barcone col bimbo di 3 anni annegò con la madre, il fratellino di 5 anni e altre 2 persone. Salvo invece il padre, poi tornato nella città a maggioranza curda di Kobane. Tutti loro stavano cercano di raggiungere la Turchia e fuggire dagli orrori della guerra nel loro Paese. I due uomini, cittadini siriani, sono accusati di aver "causato la morte per negligenza deliberata" e di "traffico di esseri umani", secondo l'atto d'accusa diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale turca. Oltre ai due presunti scafisti già sotto accusa, la polizia turca sospetta il coinvolgimento di altre 6 persone, tra cui 4 turchi, ancora in libertà. La Turchia ospita attualmente 2,5 milioni di rifugiati siriani.
Migranti, nuovo naufragio nell'Egeo
Intanto, mentre la Commissione europea ha confermato la procedura di infrazione nei nostri confronti per la mancata applicazione del regolamento sulla registrazione dei migranti con la presa di impronte digitali (Eurodac), si registra un altro naufragio avvenuto nel mar Egeo. Quattro persone sono morte e altre nove risultano disperse nell'incidente verificatosi al largo dell'isola greca di Farmakonissi. La Guardia costiera turca è riuscita a recuperare due migranti mentre altri cinque sono riusciti a raggiungere la costa. Sono tutti di origine irachena.