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Covid 19

Mescola le classi, riduci l’orario, mangia in aula: così la Spagna prova a riaprire le scuole

Dopo il ritorno in aula degli studenti delle regioni già in fase 2 a partire dal 25 maggio, la Spagna sta cercando di pianificare la riapertura delle scuole su tutto il territorio nazionale a partire dal prossimo settembre. Sette comunità iberiche hanno proposto un piano che prevede di riorganizzare i gruppi scolastici, ridurre le ore a scuola, assumere nuovi insegnanti e mescolare studenti di età diversa all’interno della stessa classe.
A cura di Ida Artiaco
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La riapertura delle scuole è uno dei temi più sentiti dai governi alle prese con l'emergenza Coronavirus. Alcuni paesi hanno deciso di far riprendere le lezioni in aula per alcune fasce d'età in contemporanea ai primi allentamenti delle misure di contenimento del contagio, a differenza dell'Italia, che invece ha già fatto sapere che bisognerà aspettare il prossimo settembre per il ritorno in classe. In Spagna gli studenti sono tornati tra i banchi a partire dal 25 maggio scorso, ma solo nelle regioni entrate nella cosiddetta fase 2. Restano per ora escluse tutte le altre aree dove il virus ancora circola, come Madrid e dintorni, mentre Navarra e Catalogna hanno già fatto sapere che riapriranno il primo giugno e l’Andalusia solo dopo l’estate.

A rientrare per primi sono gli studenti che devono affrontare l’esame di terza media e la Maturità, mentre gli altri per il momento continuano con le lezioni da casa, e nidi e materne restano chiusi. Per una vera riapertura, insomma, bisognerà aspettare anche qui settembre. Ma come sarà questo rientro? Sette comunità iberiche, tra cui le Isole Canarie e Navarra, ma anche le Baleari, la Catalogna e l'Aragona, come riporta El Pais, hanno provato a rispondere a questa domanda, progettando per l'inizio del prossimo anno scolastico un sistema che si basa su alcuni punti fondamentali: riorganizzare i gruppi scolastici, ridurre le ore a scuola, assumere nuovi insegnanti, mescolare studenti di età diversa all'interno della stessa classe, usufruire di spazi più grandi presenti nelle città, come biblioteche o case della cultura, da chiedere alle amministrazioni locali e consentire ai ragazzi di mangiare seduti ai loro banchi, senza spostarsi da un ambiente all'altro. E tutto per utilizzare sempre meno la didattica online, che si è rivelata poco efficace nei mesi del lockdown, seppur potrebbe continuare ad essere uno strumento da considerare in affiancamento alle lezioni frontali, per evitare assembramenti.

Il punto chiave del nuovo programma di riapertura delle scuole sarebbe, dunque, l'assunzione di nuovi docenti e la riorganizzione dei gruppi di studenti, con almeno cinque unità in meno rispetto a quanto accadeva fino allo scorso marzo, prima che l'emergenza Coronavirus costringesse a ripensare al sistema scolastico, per un totale di massimo 15. Un'idea che molti stanno prendendo in considerazione riguarda anche la possibilità di creare delle classi miste, in cui gli studenti sono raggruppati per cicli anziché per corsi e quelli più anziani aiutano i più giovani, con compiti assegnati in base all'età dei singoli, come avviene nella scuola rurale. Sul tavolo dei dirigenti scolastici c'è anche l'intenzione di ridurre l'orario scolastico, realizzando un programma più compatto incentrato sulle materie fondamentali, e di utilizzare non solo gli edifici propri per lo svolgimento delle lezioni. I dipartimenti dell'istruzione hanno già iniziato a contattare i Comuni per chiedere loro quali strutture, tra case di cultura e biblioteche, potrebbero essere utilizzate al mattino per le lezioni frontali.

Una sola, al momento, sembra comunque essere la certezza: a meno che la scienza non scopra un vaccino o un trattamento efficace contro il Coronavirus in tempi molto rapidi, a settembre le regole del distanziamento sociale continueranno ad essere molto rigorose. La differenza, ha spiegato una portavoce del ministero della Pubblica Istruzione, è che, contrariamente a quanto è accaduto con l’inaspettata chiusura della scuola a marzo, adesso ci sarà il tempo per preparare la parte online dell’insegnamento e fornire a tutti gli studenti le attrezzature e la connessione necessaria, se mancanti.

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