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Marò, la ricostruzione di Libero: “Non hanno sparato loro, sono stati i greci”

La nuova teoria firmata Libero Quotidiano che scagiona i due fucilieri accusati dall’India di aver sparato due pescatori scambiati per pirati: gli spari che hanno ucciso i indiani sarebbero partiti dalla nave greca Olympic Fair. E le autorità di New Delhi lo avrebbero sempre saputo…
A cura di Biagio Chiariello
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“Così i greci hanno incastrato i marò”. Si apre così, oggi 8 gennaio, la prima pagina di Libero Quotidiano. Un articolo di Chiara Giannini parla infatti di prove schiaccianti che scagionerebbero Massimiliano Latorre e Salvatore Girone   accusati di aver ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. La verità sarebbe un’altra e ad accertarla è “l’analisi effettuata dal perito Luigi di Stefano e dai suoi collaboratori di Annex 3, ovvero il Charge Sheet, il documento finale inviato dagli inquirenti indiani alla magistratura di quel Paese e depositato all’Itlos (il tribunale del mare di Amburgo) e che riepiloga fatti e rilievi relativi al caso che coinvolge i marò. Un documento di cui la corte che si riunirà all’Aja dovrà tenere conto e dal quale appare chiaro un fatto: New Delhi nasconde la verità, ovvero che un ruolo chiave nella vicenda l’ha avuta la nave greca Olympic Flair” si legge su Libero.

La ricostruzione di Libero

Libero parte dal presunto che la Olympic Flair e la Enrica Lexie sono “così simili da esser confuse”. Secondo questo tesi, dunque, a fare fuoco sarebbero stati i contractor presenti a bordo dell'imbarcazione greca, il cui comandante denunciò un attacco pirata messo in atto da due imbarcazioni. “La denuncia è riportata dall’International maritime organization, ovvero l’ente che registra tutti gli attacchi di pirateria. Dal documento risulta che alle 16.50 UTC (le 22.20, ora locale) in posizione 9:57N – 076:02E, la nave era ancora ‘a circa 2.5 miglia a sud del terminale petrolifero di Kochi, India’. Ad attaccare furono circa ’20 briganti su due imbarcazioni. I pirati desistevano sia per l’allarme sia per la partenza della petroliera’” si legge su Libero.

Come si ricorderà, la Lexie, peraltro vuota e che procedeva a velocità di crociera, fu assalita da un solo barchino pirata e fu necessario sparare colpi in acqua per far desistere i malviventi, mentre chi era a bordo della nave greca, con carico e ancorata, dichiarò di aver usato solo gli idranti per far fuggire i malintenzionati.

Ed ecco il primo punto che desta non pochi dubbi: i greci inizialmente negarono i fatti, ma poi li ammisero anche intervistati dai media italiani, dichiarando a quel punto che sulla loro petroliera c’erano alcuni contractors. Di questo attacco pirata sul documento presentato all’Itlos non c’è traccia.

In realtà la Guardia costiera indiana era a conoscenza dell’accaduto, visto che sul diario di bordo della Enrica Lexie, redatto dal comandante Umberto Vitelli, nelle sue funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria, sono riportati.

Le incongruenze dell'assalto alla Olympic Flair

Per la precisione, i registri di bordo della nave a bordo della quale c’erano pure Latorre e Girone riportano l'assalto alla Olympic intorno alle 18.30, ora in cui il comandante Vitelli, viene informato dalla Guardia costiera indiana. In realtà però, stando alla tesi di Libero, il personale di bordo della petroliera greca dichiarò che l'attacco avvenne solo quattro ore dopo.

Il punto principale, però è il seguente: la Olympic Flair non poteva essere a 2,5 miglia a sud del terminale petrolifero di Kochi perché all’ora del presunto attacco a due miglia di distanza si trovava ancorata la Enrica Lexie, scortata dai guardacoste Lakghinbai e Samar e in volo c’era il Dornier, un aereo della Guardia costiera indiana. Come è possibile che i pirati abbiano deciso di attaccare una nave con tanti militari attorno? E come è possibile che dalla Lexie nessuno si sia accorto di niente? Forse perché la Olympic Flair alle 22.20 non era dove dichiarato, ma come è possibile rilevare dai dati del sistema Ais, più volte spento e riacceso, altrove.

Insomma, secondo Libero non sarebbero stati i marò a sparare e uccidere i due pescatori indiani, bensì i contractor presenti sulla nave greca. Non è tutto. Le autorità indiane avrebbero sempre saputo delle incongruenze nella ricostruzione dei fatti e nelle dichiarazioni del personale della Olympic Flair, ma le avrebbe tenute nascoste.

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