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Lola “violentata e torturata” a Parigi, la scioccante confessione della clochard arrestata

“Non mi fa né caldo né freddo. Anch’io sono stata violentata e ho visto i miei genitori morire davanti a me”. L’emittente francese Europe1 riporta alcuni agghiaccianti stralci della confessione di Dhabia B., la clochard di 24 anni arrestata per il brutale omicidio della 12enne a Parigi.
A cura di Biagio Chiariello
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Dietro la morte di Lola Daviet potrebbe esserci solo la follia di una donna di 24 anni. Ieri, 17 ottobre, è emerso che la 12enne è stata torturata, stuprata e rinchiusa in un baule lasciato nella coorte interna del condominio dove abitava nella periferia di Parigi.

La scioccante confessione di Dhabia

Oggi a sconvolgere ulteriormente la Francia è l'agghiacciante confessione — riportata dal sito web della radioemittente Europe1 — di Dhabia B., la senzatetto algerina che ha ammesso di aver torturato la propria vittima e di averla violentata, prima di soffocarla e poi sgozzarla. La donna deve rispondere di omicidio, violenza sessuale, atti di tortura e barbarie, e si trova attualmente in carcere.

Sono molte le zone d'ombra che circondano ancora le indagini della brigata criminale della polizia giudiziaria parigina. Ma una cosa è certa: venerdì scorso è terminato il martirio della piccola Lola. È successo da qualche parte nel 19° arrondissement di Parigi tra le 15:17, ora in cui Lola è stata ripresa per l'ultima volta dalle telecamere di videosorveglianza nell'atrio del suo edificio insieme a Dhabia B., e le 16:48, ora in cui quest'ultima esce da sola, in possesso di due valigie e un baule. La 12enne sarà ritrovata in serata all'interno di quella cassa con i piedi legati e il viso avvolto nel nastro adesivo, due grandi tagli sul collo e due numeri scritti con inchiostro rosso sulla pianta dei piedi: lo ‘0' sul piede destro, l’'1′ su quello sinistro.

Lola, violentata e torturata

Un buco di novantuno minuti, dunque. Cosa è successo in questa ora e mezza? Il fascicolo giudiziario in questo momento è incentrato solo sulla dichiarazioni della principale sospettata. Europe1 scrive che la confessione di Dhabia è avvenuta a telecamere spente. Durante la quarta udienza per la custodia cautelare, la 24enne ha ammesso di aver portato Lola nell'appartamento di sua sorella, con la quale sta di tanto in tanto. Poi spiega di aver chiesto a Lola di fare una doccia. A quel punto ha abusato sessualmente della bambina. Ha detto di aver "messo le mani sul viso" della ragazzina, probabilmente proprio nel momento in cui Lola morirà, per asfissia.

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Di fronte agli inquirenti, chiaramente sconcertati, avrebbe proseguito sostenendo di aver bevuto un caffè e poi di aver ascoltato della musica prima di pugnalare ripetutamente il corpo della ragazza con un paio di forbici, quasi fino a staccarle la testa dal tronco. Una scioccante deposizione nella quale la 24enne sarebbe apparsa completamente insensibile anche alla vista delle foto del cadavere di Lola. "Non mi fa né caldo né freddo. Anch’io sono stata violentata e ho visto i miei genitori morire davanti a me", questo il suo commento di fronte agli investigatori.

Il presunto movente del delitto di Parigi

Per quanto concerne il movente del delitto, gli inquirenti della squadra anticrimine si sono detti basiti di fronte a ciò che, con il passare delle ore, assume i contorni di un reato atroce consumato per motivi assolutamente futili: un banale alterco con la madre della vittima. Ad affermarlo è stata la stessa sospettata, secondo quanto riferisce l'emittente televisiva BfmTv. La senzatetto ha infatti dichiarato di essere stata ospitata dalla sorella (tra le persone arrestate) nel palazzo dove abitava Lola e la sua famiglia. La madre dell'adolescente, portinaia del palazzo insieme al marito, avrebbe rifiutato alla donna il pass per accedere all'immobile. Una pista comunque non confermata.

La sospettata era irregolare sul territorio francese

“Il sospettato non ha precedenti penali come autore ma solo come vittima di violenza domestica nel 2018” , ha poi spiegato una fonte vicina alle indagini a Le Figaro. Dhabia B. è arrivata legalmente in Francia nel 2016 con un permesso di soggiorno per studenti. Le era stato notificato l'obbligo di lasciare il territorio (OQTF), con un periodo di rimpatrio volontario di 30 giorni, dopo essere stata arrestata il 21 agosto 2022 in un aeroporto dalla polizia. In questa occasione è stata segnalata la mancanza del permesso di soggiorno, precisa una fonte vicina alle indagini.

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