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Lo yacht dell’oligarca ex agente del KGB bloccato in Norvegia: “Nessuno vuole fornire carburante”

Lo yacht dell’oligarca russo ex agente del KGB Vladimir Strzhalkovsky è bloccato in Norvegia senza carburante per poter ripartire. L’imbarcazione, non interessata dalle sanzioni, da giorni non ha disponibilità di carburante per riaccendere i motori. “Nessuno vuole rifornirlo per solidarietà all’Ucraina”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Lo yacht di Vladimir Strzhalkovsky, oligarca russo ed ex agente del KGB vicino a Putin, è attualmente bloccato in Norvegia perché i fornitori di petrolio si rifiutano di rifornire la nave di lusso. Lo fa sapere il New York Times, che sottolinea che l'imbarcazione non può lasciare il molo a causa dell'impossibilità di fare il pieno di carburante. Lo yacht non è oggetto di restrizioni nell'elenco di sanzioni europee o britanniche. L'equipaggio non è russo, ma interamente composto da personale estero.

Ad annunciare per prima la notizia, il canale dell'emittente pubblica norvegese NRK. La nave registrata a Malta si trova su una banchina a Narvik e da diversi giorni non può ripartire. La nave di lusso ha ancora a bordo l'equipaggio. Lo yacht è stato registrato all'estero ma è di proprietà di Strzhalkovsky, ex capo della società mineraria e metallurgica di bandiera russa Norilsk Nickel. Misura 68 metri ed è dotato, tra le altre cose, persino dell'attrezzatura per l'eliski, sport invernale di scii fuoripista. I rivenditori di carburante norvegesi hanno dichiarato al canale di NRK la volontà di non rifornire l'imbarcazione come "gesto solidale per sostenere l'Ucraina". Il capitano vuole riportare l'imbarcazione a Malta, ma è impossibilitato a farlo.

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Strzhalkovsky è un personaggio noto in Russia, da sempre vicinissimo alle politiche di Putin. La sua reputazione ha raggiunto anche gli Usa nel 2017, quando i membri del Congresso hanno puntato il dito contro Wilbur Ross, segretario al Commercio sotto l'amministrazione Trump, per i suoi legami d'affari con la Russia. Ross è stato anche vicepresidente della Banca di Cipro, condividendo l'incarico proprio con l'oligarca russo che aveva lasciato la Norilsk Nickel nel 2012 per 100 milioni di dollari.

Altre imbarcazioni registrate all'estero ma riconducibili a magnate russi sono state invece sottoposte a sequestri per milioni di euro. Questo è il caso dello yach appartenente all'oligarca Andrey Igorevich Melnichenko, sottoposto a sequestro nel porto di Trieste. Ufficialmente registrato presso le Bermuda, è direttamente riconducibile all'imprenditore colpito dalle sanzioni europee. Il suo nome è stato infatti inserito nella blacklist di personaggi influenti russi coinvolti più o meno direttamente nell'invasione dell'Ucraina

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