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Libano: agguato a pattuglia di caschi blu italiani, nessun ferito

Nell’episodio, avveduto martedì, sarebbe da escludere un coinvolgimento dell’Isis.
A cura di Antonio Palma
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Una pattuglia di caschi blu italiani impegnati nella missione Unifil in Libano è stata vittima di un agguato armato martedì scorso nel Sud del Paese. Fortunatamente l’attacco, messo in atto da un gruppo di uomini armati non meglio identificati, non ha causato feriti tra i nostri militari. Lo comunicano fonti del nostro Stato Maggiore della Difesa spiegando che sono in corso indagini da parte delle autorità per accertare i fatti.  Il portavoce della forza dell’Onu, Andrea Tenenti, ha parlato genericamente di “un incidente che ha coinvolto un mezzo Unifil del contingente italiano”, senza però fare altri dettagli dell'accaduto. Fonti informate interpellate dall'Ansa assicurano però che non vi sono elementi che facciano pensare ad una responsabilità dell'Isis.

Secondo le stesse fonti, che hanno voluto mantenere l'anonimato, l'agguato ai caschi blu italiani è avvenuto nei pressi di Naqura, vicino al confine con Israele, dove ha sede il comando della missione Onu. Un gruppo di uomini armati avrebbe bloccato un blindato su cui si trovavano tre militari italiani aprendo il fuoco in aria con fucili mitragliatori. Seguendo le regole di ingaggio che impongono di non sparare se non minacciati fisicamente, il soldato italiano che si trovava alla mitragliatrice sulla torretta ha usato solo la pistola per sparare in aria e poi davanti ai piedi degli aggressori intimando loro di fermarsi. Il tentativo sarebbe andato a vuoto e i cachi blu si sarebbero rinchiusi nel blindato. Gli assalitori sarebbero riusciti a portare via la mitragliatrice all'esterno del mezzo prima di fuggire.

Il comandante dell'Unifil, il generale italiano Luciano Portolano, ha condannato l'episodio insieme con le autorità libanesi spiegando che ora saranno svolti accertamenti. I sospetti principali ricadono sui miliziani sciiti di Hezbollah, che controllano il territorio rendendo quindi molto difficile un’infiltrazione di terroristi sunniti dell’Isis o di Al Qaida. La missione Unifil, che conta circa 10mila caschi blu, di cui oltre mille italiani impegnanti nell'operazione Leonte, serve proprio come forza di interposizione tra Israele e le varie milizie presenti in Libano.

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