L’Ecdc monitora il nuovo virus Langya: “Ma ora il rischio di infezione in Europa è molto basso”

Il nuovo virus Langya, del genere Henipavirus, individuato in Cina e già collegato a 35 contagi in due diverse province, è sotto monitoraggio dell'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
Tuttavia, sottolineano gli esperti dell'Agenzia, il rischio di infezione per i cittadini europei, così come per coloro che visitano le province cinesi di Shandong e Henan, è considerato molto basso.
Cosa sappiamo sul nuovo virus Langya scoperto in Cina
L'Ecdc, nel suo aggiornamento pubblicato oggi, spiega che il virus è stato identificato attraverso la sorveglianza di alcuni casi febbrili con una storia di recente esposizione di animali nella Cina orientale. Tra aprile 2018 e agosto 2021, 35 pazienti con infezione acuta da LayV (virus Langya) sono così stati rilevati nelle province cinesi di Shandong e Henan, con i seguenti sintomi: febbre, affaticamento, tosse, anoressia, mialgia, nausea, mal di testa e vomito.
La maggior parte dei casi per i quali sono disponibili informazioni, pari all'85% del totale, riguardano agricoltori. L'RNA virale è stato rilevato in tre specie di roditori e due toporagni, prevalentemente nei toporagni Crocidura lasiura.
Nessun legame epidemiologico è stato identificato tra i casi nello studio. Ciò sosterrebbe l'ipotesi di sporadiche trasmissioni zoonotiche, principalmente perché la maggior parte dei casi sono agricoltori, quindi più propensi a essere a contatto con animali rispetto alla popolazione generale.
Come avviene la trasmissione del nuovo virus: le possibilità di contagio
Al momento, dunque, non vi è alcuna indicazione di trasmissione da uomo a uomo. Tuttavia, la possibilità non può essere esclusa. Saranno necessarie ulteriori ricerche per comprendere le modalità di trasmissione di LayV.
Inoltre, fanno sapere gli esperti dell'Ecdc, nono stati riportati decessi tra i casi segnalati, il che potrebbe suggerire una gravità della malattia relativamente bassa. I sintomi e i segni riportati non sono specifici quindi non si può escludere il verificarsi di casi umani prima del 2018 e una più ampia distribuzione geografica del virus.
Tutti questi risultati, comunque, sottolineano dall'Ecdc, si basano su un numero relativamente basso di casi e "saranno necessarie ulteriori indagini e ricerche per comprendere meglio le caratteristiche epidemiologiche e microbiologiche della malattia e del virus".
La sorveglianza dell'emergenza di agenti patogeni "rimane uno strumento fondamentale per la risposta precoce a potenziali agenti patogeni pandemici".