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Le suore che hanno “occupato” il convento aiutate dalle alunne e da un fabbro: “Non vogliamo stare in ospizio”

Il racconto delle suore che hanno “occupato” un convento abbandonato in Austria: “Le alunne ci hanno aiutate e un fabbro gentile ha fatto il suo lavoro. Così abbiamo riaperto la porta del convento”.
A cura di Susanna Picone
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La storia di suor Bernadette, suor Regina e suor Rita è ormai da settimane al centro delle cronache italiane e internazionali. È la storia di tre suore ottantenni al centro, in Austria, di un acceso conflitto con il loro superiore. Lo scorso settembre le tre suore Agostiniane hanno lasciato il loro istituto per rientrare nel convento abbandonato di Goldenstein, vicino Salisburgo, contro il volere della Chiesa.

E mentre il loro superiore chiede di ritirarsi dalla scena pubblica, le tre anziane sorelle rifiutano e inviano un duro esposto al Vaticano. Al Vaticano chiedono la rimozione della loro superiora muovendo gravi accuse al prevosto, Markus Grasl, commissario apostolico che era stato incaricato di trovare una soluzione. Il braccio di ferro va insomma avanti da mesi.

Il “conflitto” è iniziato quando, dopo una serie di ricoveri, le tre anziane religiose erano state trasferite in una casa di cura ma a settembre appunto avevano deciso, contro la decisione che era stata presa dalle autorità ecclesiastiche, di tornare e “occupare” il convento. Anche se loro non ritengono di averlo “occupato” dato che, come hanno spiegato in alcune interviste, inizialmente era stata loro promessa la residenza a vita.

Suor Bernadette, suor Regina e suor Rita sono arrivate al Kloster Goldenstein rispettivamente nel 1948, nel 1958 e nel 1962. Insegnanti nella scuola per molti anni, suor Regina ne era stata anche la preside.

In una intervista a La Stampa è suor Bernadette a parlare e spiegare che, appunto, hanno agito così dopo essere state chiuse in ospizio contro la loro volontà. Raccontano che alla fine dell’estate, grazie all’aiuto di alunne, ragazzi del paese e anche di un fabbro, sono tornate nel loro convento. “Le alunne ci hanno aiutate e un fabbro gentile ha fatto il suo lavoro. Così abbiamo riaperto la porta del convento”, spiegano.

“Nel contratto ci era stato garantito che avremmo potuto restare qui fino alla fine dei nostri giorni. Invece, dopo un ricovero in ospedale ci hanno portate in una casa di riposo in camicia da notte. Noi abbiamo semplicemente ripreso possesso di ciò che ci era già stato riconosciuto contrattualmente”.

“Noi non abbiamo figli – dice ancora la suora – le alunne sono i nostri figli, e sono state loro ad aiutarci. In ogni famiglia, certamente, si parla tanto quando qualcuno deve andare in una casa di riposo. Noi, invece, siamo state allontanate senza una parola”.

Nella ricerca di una soluzione il prevosto aveva concesso alle suore di rimanere nel monastero ma con "il ripristino della clausura, stanze inaccessibili agli esterni, e la guida spirituale di un sacerdote dell'Abbazia di Reichersberg". Di fatto chiedeva di rinunciare ai social – su Instagram hanno migliaia di followers – attraverso i quali le tre suore “ribelli” hanno fatto conoscere la loro storia.

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