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Le ronde di nazionalisti che vogliono fermare i migranti al confine con la Polonia

In Polonia un gruppo di nazionalisti ha organizzato delle ronde per aiutare la polizia di frontiera a respingere i migranti in arrivo dalla Bielorussia. Il loro obiettivo è “difendere l’identità slava”. Nel frattempo dalla Bielorussia continuano ad arrivare profughi, che vengono respinti e restano nei boschi di confine.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Controllo alla frontiera tra Germania e Polonia
Controllo alla frontiera tra Germania e Polonia

Proteggere il confine "santificato dal sangue degli antenati", formare delle "pattuglie nazionali" e difendere "l'identità slava" dall'arrivo dei migranti. In Polonia, sulla base di queste idee, si è strutturato un gruppo di giovani nazionalisti che ha come obiettivo la difesa delle frontiere, tanto da organizzare delle vere e proprie ronde che intervengano in supporto alla polizia. La notizia arriva dalla stampa locale, in un momento molto complicato per la Polonia, tra la battaglia aperta con l'Unione europea e la svolta autoritaria ormai innegabile. Ad essere interessato dalle pattuglie del gruppo Niklot Białystok è il confine con la Bielorussia, lungo il quale quotidianamente migranti provano a passare la frontiera.

Le ronde servono a catturare i migranti che entrano in Polonia attraversando il confine con la Bielorussia e sfuggendo al controllo delle guardie di frontiera, ma lo scopo principale è "la difesa dell'identità slava e della specificità culturale della Polonia", scrive il gruppo nazionalista sui social. E nel post che annunciava le pattuglie, poi segnalato e rimosso da Facebook, compariva uno striscione: "Aiutare i connazionali e non gli immigrati". In quel post si leggeva: "I nostri avi con il proprio sangue hanno reso sacra la nostra terra, perciò non possiamo più osservare in modo passivo l'ondata di immigrati nel nostro territorio".

I nazionalisti polacchi se la prendono con tutti, anche con le Ong, colpevoli di assistere i migranti per non farli morire di fame o di freddo nei boschi. Si tratta di migliaia di persone che arrivano principalmente da Iran, Iraq, Siria e Afghanistan e che restano bloccate in un limbo tra Bielorussia e Polonia. Solo venerdì scorso ci sono stati quasi seicento respingimenti. Oltre 17mila solo a ottobre. La popolazione locale, che abita lungo il confine, continua ad assistere le famiglie di profughi nei boschi.

Gli scontri al confine tra Polonia e Bielorussia

Oggi centinaia di migranti si sono in marcia verso la Polonia. Attivisti e politici bielorussi accusano il regime di spingere appositamente le persone verso il confine, per destabilizzare l'Europa.

Dal confine arrivano testimonianze sempre più forti di scontri tra le guardie di frontiera polacche e i migranti, che starebbero lanciando dei sassi e cercando di passare il blocco aiutati dall'esercito bielorusso di Lukashenko. Le forze dell'ordine polacche starebbero rispondendo con gas lacrimogeni.

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