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Quattro migranti iracheni sono morti di freddo al confine tra Bielorussia e Polonia

I corpi di tre uomini e una donna, tutti di nazionalità irachena, sono stati trovati senza vita nei pressi della frontiera che separa la Bielorussia dalla Polonia. UNHCR e OIM: “Vengano rispettati i diritti umani dei profughi e garantite assistenza medica salvavita, cibo, acqua e alloggio”.
A cura di Davide Falcioni
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I corpi di tre uomini e una donna, tutti di nazionalità irachena, sono stati trovati senza vita nei pressi della frontiera che separa la Bielorussia dalla Polonia: l'ennesima tragedia che ha coinvolto dei migranti è avvenuta domenica e, stando a quanto riferito dalla radio tedesca DeutscheWelle, a causare il decesso delle quattro persone è stata l'ipotermia. Una di loro – la donna – sarebbe stata trovata morta ad appena un metro dal confine, sul lato bielorusso.

La morte per assideramento dei quattro migranti riaccende la luce sulle responsabilità degli stati, colpevoli di non fornire loro assistenza e soccorso ma di trattare il tema della migrazione con logiche esclusivamente repressive. L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e l’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, si sono dette "profondamente rattristate dalla morte di quattro persone vicino al confine tra Polonia e Bielorussia". Le organizzazioni  hanno inoltre chiesto che venga aperta un’indagine immediata su questa tragedia.

Da diversi mesi a questa parte gruppi di richiedenti asilo e migranti sono transitati attraverso la Bielorussia nel tentativo di raggiungere i vicini Stati membri dell’UE, Lituania, Lettonia e Polonia. UNHCR e OIM "hanno seguito con crescente preoccupazione le notizie di respingimenti lungo questi confini. Gruppi di persone sono rimasti bloccati per settimane, incapaci di accedere a qualsiasi forma di assistenza, asilo o servizi di base. Molte persone sono state lasciate in situazioni terribili, esposte alle intemperie ed al rischio di ipotermia. Alcuni sono stati soccorsi nelle paludi". Le due organizzazioni hanno chiesto che vanga data la massima priorità al rispetto dei diritti umani e che ai migranti venga fornita assistenza medica salvavita, cibo, acqua e alloggio, soprattutto in vista dell’avvicinarsi dell’inverno.

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