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Covid 19

Le Faq dell’Iss sulla “variante inglese” del coronavirus: “In corso studi sull’efficacia del vaccino”

L’Istituto Superiore della Sanità ha pubblicato una serie di domande e risposte sulla “variante inglese” del coronavirus confermando che è potenzialmente più contagioso e che “sono in corso studi per verificare i possibili effetti sull’immunità data dai vaccini”. Inoltre non sono al momento “emerse evidenze che il nuovo ceppo dia un decorso clinico peggiore”.
A cura di Davide Falcioni
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A pochi giorni dall'avvio delle vaccinazioni contro il Covid-19 in tutta Europa a tenere banco sono le preoccupazioni sulla cosiddetta "variante inglese" di coronavirus, una mutazione osservata da alcuni mesi e dagli esperti giudicata più aggressiva e potenzialmente pericolosa. Ebbene, per sgomberare il campo da dubbi e illazioni l'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una serie di Faq specifiche per rispondere alle domande ricorrenti in questi giorni, a partire da una: quello che è stato isolato in Gran Bretagna è nuovo coronavirus? "No – spiega l'ISS -. Come riporta l’Ecdc nel suo documento di valutazione del rischio, le mutazioni dei virus sono normali e attese, così come l’emergere di nuove varianti. In questo caso quella isolata in Gran Bretagna, di cui sono stati segnalati casi anche in altri paesi, ha destato l’attenzione dei ricercatori perché le analisi preliminari sembrano suggerire che abbia una trasmissibilità maggiore rispetto alle varianti che già circolavano prima. In dettaglio secondo le stime il potenziale riproduttivo (R0) sembra essere aumentato di 0.4, numero che si traduce in una trasmissibilità maggiore del 70%".

Insomma, l'allarme degli ultimi giorni è giustificato dall'alto potenziale di contagiosità della "variante inglese", anche se come spiega l'Istituto Superiore della Sanità non sono al momento "emerse evidenze che il nuovo ceppo dia un decorso clinico peggiore. Se però sarà confermato che la trasmissibilità è maggiore, una diffusione della variante nella popolazione comporterà un maggior numero di casi, con possibili conseguenze per la salute pubblica". Quanto invece al vaccino "non c'è evidenza che sia inefficace, una variazione sulla proteina spike non è in genere sufficiente per modificare l’efficacia. Sono in corso studi per verificare i possibili effetti sull’immunità data dai vaccini".

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