503 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Guerra in Ucraina

La vera arma di Putin si chiama estate: la strategia militare di Mosca secondo gli analisti russi

Nuova offensiva da nord o prosecuzione di quella attuale, ma “Mosca deve fare in fretta”. Le sanzioni presto “disintegreranno” tecnologia e industria della difesa. Lo zar deve vincere prima. Userà tutte le armi che ha. E al Cremlino “si è psicologicamente pronti a un conflitto nucleare”.
A cura di Riccardo Amati
503 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Sarà un’estate di fuoco. La Russia cercherà in tutti i modi di chiudere la partita in Ucraina prima che gli effetti delle sanzioni si facciano pienamente sentire sia sul campo di battaglia che sul fronte interno. Putin potrebbe ordinare una nuova offensiva dalle posizioni guadagnate nei primi giorni di guerra nel nord del Paese, cercando la vittoria totale. Oppure puntare tutto sull’attacco attualmente in corso nel Donbass e nelle regioni meridionali, accontentandosi di obbiettivi più limitati. Ma ha la necessità di far presto. O almeno di provarci. Mentre persiste la possibilità che il conflitto diventi la Terza guerra mondiale. Il pericolo è soprattutto in Transnistria. E la voglia di Nato da parte di Finlandia e Svezia, vissuta a Mosca come una grave minaccia, alza il livello della tensione.

Estate decisiva

“La grande battaglia decisiva è all’orizzonte, e sarà una battaglia formidabile”, dice a Fanpage.it uno dei maggiori esperti militari russi, che chiede l’anonimato per motivi di sicurezza personale, e che chiameremo Alfa. “La Russia colpirà con tutte le forze che ha, e colpirà duro”. Il generale Alexander Dvornikov, probabilmente il migliore comandante delle fasi iniziali del conflitto, adesso a capo dell’intera operazione, “ha certamente un piano valido”, spiega Alfa. “Putin – mi dicono persone che gli hanno parlato – ha molta fiducia: crede che il piano funzionerà e che l’Ucraina verrà schiacciata”. L’offensiva muoverà dall’area sulla sponda destra del fiume Dniepr in mano ai russi da oltre due mesi e mezzo, sostiene l’esperto. “Una zona dove al momento non si combatte, ma che permette ai russi di attaccare in ogni direzione: in estate tutto succederà lì”. Il piano di Dvornikov prevede – secondo Alfa – di sfruttare il terreno finalmente asciutto dopo una primavera fredda e piovosa per far avanzare i carri armati attraverso la campagna trasformando l’attuale guerra di posizione, nella quale gli ucraini si sono dimostrati parecchio efficienti, in una guerra di movimento.

Carri disarmati

Il problema per il generale Dvornikov è che i suoi carri armati sono estremamente vulnerabili ai missili guidati anti-tank di terza generazione come i Javelin, forniti dall’Occidente agli ucraini. “I sistemi di difesa, i nostri carri ce li hanno, nota Alfa. “Ma sono sistemi testati solo su armi anti-carro meno tecnologiche di quelle che usa il nemico: la Russia non ne ha, di missili anti-tank di terza generazione. Abbiamo rimodernato un migliaio dei nostri carri installando sistemi che costano un milione di dollari a unità, ma che sono inutili contro i Javelin”. Resta poi il dramma di come i tank russi sono costruiti: l’ambiente per l’equipaggio non è separato dal deposito delle munizioni. Per questo in tanti filmati che arrivano dal campo di battaglia vediamo le torrette dei mezzi colpiti saltare letteralmente per aria, con la morte certa dei soldati a bordo. Il modello più moderno, poi, il T-14 Armata. “È inutilizzabile in battaglia perché gli inservienti praticamente non hanno spazio per muoversi. I militari non lo vogliono. È stato adottato solo per dare commesse ‘politiche’ alla Uralvagonzavod, l’aziende costruttrice. Ma è buono solo per le parate”.

Putin vuole accelerare i tempi

Per questi motivi e per altri, l’analista militare indipendente Pavel Luzin ritiene una nuova offensiva “possibile ma non probabile”. La difficoltà maggiore riguarda il personale: “I nuovi soldati della campagna di arruolamento di primavera raggiungeranno le loro unità a partire dal 20 maggio e ci vorranno quattro mesi prima che siano operativi”, argomenta Luzin. “E poi si dovranno rimandare a casa i coscritti del 2021”. Inoltre, scadono i contratti dei professionisti della guerra. Mercenari o contractor che si vogliano chiamare. “Molti non rinnoveranno la ferma perché scontenti delle condizioni in cui si trovano a combattere e del trattamento economico e assicurativo”. Certo, Putin può sempre dichiarare lo stato di emergenza e bloccare il ritorno a casa dei coscritti, concede Luzin. Che si aspetta comunque un’intensificazione dell’offensiva già messa in moto, ed è d’accordo con Alfa sul fatto che i tempi entro i quali Mosca può cercare di assicurarsi una vittoria almeno parziale stanno per scadere. Lo zar deve accelerare il conflitto,

Sanzioni e “disintegrazione tecnologica”

“Le sanzioni imposte per l’attacco all’Ucraina sono letali per l’industria bellica russa”, dice Luzin. “L’effetto non è stato immediato, ma si farà sentire presto: l’industria della difesa è condannata”. Senza le componenti che venivano comprate all’estero, sostituire gli armamenti utilizzati o le parti danneggiate dei mezzi militari può diventare un incubo. “Dall’inizio della guerra la Russia ha usato l’equivalente di sette anni di produzione di armi”, calcola Luzin. “Senza l’accesso ai mercati occidentali sarà impossibile ricostituire le scorte”. Un esempio, per tornare ai carri armati: i T-72 nelle loro ultime versioni dispongono di visori dell’azienda francese Thales, che adesso ha sospeso le forniture. “Ci sarà certamente una carenza di ricambi”, concorda Alfa. Anche se ritiene che gli stoccaggi di componenti siano ancora “abbastanza ampi”. Comunque, a partire dal settore della difesa, “la Russia andrà incontro a una disintegrazione tecnologica”, aggiunge l’esperto. “La situazione cambierà in modo deciso, clamoroso e rapido. Probabilmente già entro la fine del  2022”. Per questo “non sarà una guerra lunga, non sarà una guerra dei trent’anni”. La campagna estiva “è l’ultima possibilità” per la Russia in Ucraina.

Back to the Ussr

Di certo, si stanno esaurendo le cosiddette “armi intelligenti”: è già stato utilizzato circa l’80% di quelle a disposizione, secondo Luzin. Ma Mosca ha molte risorse. “Si saccheggeranno i depositi dei tempi dell’Urss”, dice Alfa. Utilizzando così sempre di più i vecchi, mastodontici mortai Tyulpan, che sparano mine da 130 chili e stanno attualmente colpendo l’acciaieria Azovstal a Maryupol, I Tyulpan hanno la capacità di sparare testate nucleari tattiche. Come anche i cannoni Malka, o Pion. Secondo Alpha si farà inoltre un uso massiccio dei cannoni M-30 della Seconda guerra mondiale. Ce ne sono in abbondanza nei magazzini. E sono stati usati con successo nelle guerre cecene. Certo si tratta di armi assai meno precise delle moderne armi occidentali con guida Gps in possesso degli ucraini. Serviranno cento colpi anziché due, per centrare un bersaglio. Ma se utilizzate con intensità sono efficaci. “La Russia non è mai così forte come si teme, ma nemmeno così debole come si spera”, avverte Alfa. “Le forze armate russe non devono essere sovrastimate, ma neanche sottostimate”.

L’incubo nucleare

L’eredità sovietica intanto pesa sull’atteggiamento del Cremlino nei confronti della possibilità di una Terza guerra mondiale: nonostante le recenti sementite, tra cui quella del ministro degli Esteri Sergey Lavrov, “i leader della Russia sono psicologicamente pronti a un conflitto nucleare” –  dice Luzin citando sue fonti “vicine ai vertici del potere”. Secondo Alfa, “i generali e i capi dei servizi di sicurezza hanno convinto Putin che gli americani stanno preparando quello che ai tempi della Guerra fredda veniva definito "decapitation first strike”, ovvero un attacco nucleare preventivo finalizzato a uccidere il capo del Paese nemico”. La minaccia attualmente viene vista arrivare soprattutto dalla base missilistica Usa di Deveselu, in Romania: gittata e tempi di tragitto sarebbero in effetti ideali per colpire Mosca. Anche per questo per i russi è diventata strategicamente importante Snake Island, l’isoletta nel Mar Nero contesa all’Ucraina: “Installando missili Iskander su quello scoglio si potrebbe tenere agevolmente sotto tiro Deveselu”, nota Alfa. Che ritiene quella della guerra atomica “un’ipotesi realistica”. A provocare il disastro potrebbe essere un’offensiva russa in Transnistria, “col conseguente intervento delle forze armate della Romania, che fa parte della Nato, in aiuto del quasi inesistente esercito moldavo”. Per Luzin, invece, il luogo dove la Russia e l’Occidente potrebbero trovarsi a incrociare le armi con conseguenze catastrofiche è la Finlandia: “Potrebbe subire un attacco dopo l’avvio – che pare imminente – del processo per entrare nella Nato”. Come reagirebbe l’Alleanza?  È uno scenario sul quale però Alfa dissente: “Putin userà ogni risorsa nella campagna d’estate in Ucraina: si gioca tutto lì. La Russia non avrà la capacità di aggredire altri Paesi”.

503 CONDIVISIONI
4223 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views