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“La lentezza della controffensiva ucraina conferma che ci aspetta una lunga guerra di logoramento”

L’intervista di Fanpage.it al Generale Giorgio Battisti, ex comandante del Corpo d’Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (NRDC-ITA), sulla controffensiva ucraina: “Procede a rilento, colpa dei campi minati russi, dell’addestramento accelerato dei soldati di Kiev e della inferiorità aerea di quest’ultima. È una lotta di grande logoramento da entrambe le parti. La guerra sarà ancora lunga e sanguinosa”.
Intervista a Generale Giorgio Battisti
Ex comandante del Corpo d'Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (NRDC-ITA) e residente della Commissione Difesa del Comitato Atlantico Italiano.
A cura di Ida Artiaco
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"La controffensiva ucraina procede a rilento. Ci sono diversi fattori che possono spiegare questa situazione, tra cui l'addestramento accelerato dei soldati di Kiev, la mancanza della superiorità aerea e i campi minati realizzati dai russi, che gli ucraini stessi non si aspettavano così estesi. È una lotta di grande logoramento da entrambe le parti. La guerra nei prossimi mesi continuerà a esserlo ed anzi entrambi i contendenti si stanno preparando a combattere per un altro anno ancora".

Così il Generale Giorgio Battisti, ex comandante del Corpo d'Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (NRDC-ITA) e presidente della Commissione Difesa del Comitato Atlantico Italiano, ha spiegato a Fanpage.it a che punto è la controffensiva ucraina e come potrà evolvere la guerra della Russia contro Kiev nelle prossime settimane.

Generale Giorgio Battisti
Generale Giorgio Battisti

Generale Battisti, a che punto è la controffensiva ucraina? Nelle ultime ore Kiev ha annunciato di aver lanciato una importante operazione a Zaporizhzhia.

"Sul campo la controffensiva sta andando molto a rilento. Per bocca dello stesso ministero della difesa di Kiev, le truppe ucraine avanzano di qualche centinaio di metro al giorno sia nella zona di Zaporizhzhia, a Sud, con l'obiettivo di sfondare verso Melitopol e poi arrivare sul Mar d'Azov, sia nella zona di Bakhmut, dove c'è pressione ucraina da qualche settimana. Ma anche qui le avanzate si misurano nei termini di qualche chilometro. A questo bisogna aggiungere che i russi hanno cambiato modo di combattere dopo le sonore sconfitte dello scorso settembre a sud di Kharkiv e le dimostrazioni di scarsa professionalità dei propri reparti sul terreno".

Cosa intende dire?

"I russi oggi ad ogni minima avanzata da parte ucraina contrattaccano subito per non lasciare spazio agli avversari per potersi assestare e organizzare sulle posizioni che hanno conquistato. Gli ucraini non si aspettavano questa forma di reazione russa molto dinamica e aggressiva. I russi si può dire che giocano in casa, perché conoscono bene il terreno dove dall'ottobre scorso si sono trincerati in questa lunga e profonda linea difensiva lunga quasi mille chilometri di fronte. Ci sono più linee difensive, intervallate da vastissimi campi minati, sia ostacoli anticarro che anti uomo.

In più, imparando dalle sconfitte passate, si sono organizzati anche con una fittissima rete di postazioni anti carro, anche mobili, cercando di mimetizzarsi con la vegetazione. Quindi, in primis, la lentezza dell'avanzata ucraina è spiegata da questa organizzazione difensiva russa che è molto ben articolata, in seguito alla quale anche Kiev ha dovuto cambiare tattica, anche perché ha subito sensibili perdite sia in termini di vite umane che di carri armati. Ci sono anche stime americane che ci dicono che nei primissimi giorni della controffensiva gli ucraini hanno perso circa il 20% dei loro mezzi corazzati".

In che modo è cambiata la tattica degli ucraini?

"Non mandano più avanti i carri armati ma la fanteria appiedata per cercare quanto meno di creare qualche corridoio, che permetta loro di attraversare i campi minati e riconquistare trincea per trincea. Questa è una guerra logorante, molto difficile e sanguinosa. Bisogna apprezzare il coraggio dei soldati ucraini che sanno che rischiano di finire sul campo minato.

Leggevo sul Kiyv Post del 23 luglio alcune affermazioni dei soldati ucraini in prima linea a Zaporizhzhia che dicono che perdono dai 3 e ai 5 uomini tra morti e feriti per ogni 100 metri di avanzata, quindi con un tasso di logoramento altissimo che può incidere sia sullo spirito combattivo di questi soldati ma anche sulla possibilità di "rimpiazzare" i militari morti o feriti con altrettanti soldati che siano alla stessa altezza in termini di addestramento e professionalità.

Dopo un anno e mezzo di guerra i soldati più preparati e con esperienza o sono morti o sono feriti e non hanno potuto tornare al fronte. Per cui restano o quelli molto giovani oppure di una certa anzianità ma con un addestramento che non è all'altezza dei rischi e della complessità delle operazioni che devono affrontare. E qui veniamo al secondo problema".

I soldati ucraini non sono abbastanza addestrati secondo lei?

"L'addestramento della NATO di 50mila soldati ucraini è stato intenso, serrato ma molto ristretto. Secondo gli standard occidentali prima di prendere parte a operazioni militari ad alta intensità come questa in Ucraina si dovrebbe seguire iter addestrativo di 18/24 mesi mentre in questo caso è durato molto meno. A ciò si aggiunga – ed è il terzo elemento da considerare per spiegare la lentezza dell'avanzata ucraina – è la mancanza della superiorità aerea dell'Ucraina.

Ogni offensiva nella storia per avere successo deve poter godere della superiorità aerea che Kiev non ha. Non ha la capacità di abbattere elicotteri d'attacco russi che son quelli che colpiscono i carri armati, e la loro contraerea è limitata per via della carenza missilistica già annunciata mesi fa. Tutto ciò, unito al fatto che soprattutto nell'area di Zaporizhzhia c'è folta vegetazione che permette alle trincee russe di mimetizzarsi e di essere meno visibili da parte dei droni, porta a significativi rallentamenti. Il massimo degli sfondamenti è nell'ordine di 1-2 chilometri, quasi sempre recuperati dai russi perché contrattaccano. Nella valutazione iniziale si pensava che i russi avrebbero ceduto il fronte all'avanzata massiccia dei carri armati ucraini come successo a Kharkiv a settembre scorso, ma così non è successo. I russi si aspettavano da mesi la controffensiva e sapevano dove sarebbe potuta avvenire".

Cosa possiamo aspettarci per le prossime settimane?

"Questa è una lotta di grande logoramento da entrambe le parti. La guerra nei prossimi mesi continuerà a essere logorante e sanguinosa per la lenta progressione di qualche chilometro, ostacolata in modo molto pesante dai russi. La previsione tutta occidentale che i russi avrebbero ceduto non si è realizzata. È chiaro che questa avanzata molto lenta soprattutto nella zona di Zaporizhzhia potrebbe portare prima o poi a qualche conquista significativa ma in questo momento non si vedono possibili risultati tali da cambiare questo ritmo lento".

L'uso delle bombe a grappolo da parte di Kiev come annunciato dagli USA potrebbe cambiare il corso della guerra?

"È difficile prevederlo. Le bombe a grappolo sono una minaccia in più ma non ritengo che possano fare la differenza sul campo di battaglia. Aumenteranno il numero delle perdite russe ma andando avanti con questo ritmo nei prossimi mesi ritengo che non si vedranno grossi cambiamenti sul fronte. Sembra che i russi si stiano concentrando a Nord, nella zona di Kharkiv, come se volessero intraprendere una nuova offensiva. Ma mancano conferme e comunque non c'è segnale di prevalenza da un parte e dall'altra. Sembra che i due contendenti si stiano preparando a un altro anno di guerra, si parla di fornire ora gli F16 che potrebbero fare la differenza per gli ucraini. Ma anche i russi lo stanno facendo attraverso nuovi reclutamenti. Questa è la cosa più preoccupante per tutto ciò che questo comporta: c'è la popolazione ucraina che soffre, ci sono le altre popolazioni che soffrono per il blocco dell'esportazione dei cereali, a ciò si aggiungano le conseguenze della sanzioni. È un conflitto che ormai coinvolge tutto il mondo".

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