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Opinioni
Julian Assange e il caso Wikileaks

Julian Assange: Wikileaks deve essere protetta, non minacciata

Un lungo articolo del co – fondatore di Wikileaks Julian Assange, pubblicato dal sito online del The Australian: eccone ampi stralci.
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A poche ore dalla notizia dell'arresto di Julian Assange, co – fondatore di Wikileaks, l'organizzazione che con la pubblicazione dei cablogrammi diplomatici coperti da segreto ha messo in crisi la diplomazia internazionale, vi proponiamo un lungo e significativo articolo scritto per il The Australian dal 39enne australiano.

Nel 1958 un giovane Rupert Murdoch, allora proprietario ed editore del The News di Adelaide scriveva: “Nella gara tra segretezza e verità, è inevitabile che vinca sempre la verità”. Forse questa osservazione rifletteva la denuncia fatta da suo padre, Keith Murdoch, il quale rivelò che le truppe australiane erano inutilmente sacrificate sulle spiagge di Gallipoli da ufficiali britannici incompetenti. I britannici cercarono di zittirlo ma Keith Murdoch non si fece imbavagliare e il suo sforzo mise fine alla disastrosa campagna di Gallipoli.

A quasi un secolo di distanza, anche Wikileaks pubblica senza paura notizie che devono essere divulgate. Sono cresciuto in una cittadina di campagna del Queensland, in Australia, dove la gente era abituata a parlare in modo diretto. Loro non sopportavano un governo "pesante" che poteva essere corrotto se non lo si teneva d’occhio. I giorni bui della corruzione nell’amministrazione del Queensland, prima dell’inchiesta Fitzgerald, dimostrano che cosa succede quando i politici imbavagliano la stampa impedendole di dire la verità.  Quelle cose mi sono rimaste. Wikileaks è stata creata proprio sulla base di quei valori fondamentali. L'idea, concepita in Australia, era di usare in modi nuovi internet per raccontare la verità.

Wikileaks ha coniato un nuovo tipo di giornalismo, il giornalismo scientifico. Noi lavoriamo con altri organi d’informazione per dare le notizie ma anche per dimostrare che sono vere. Il giornalismo scientifico consente di leggere una news e poi andare in rete e vedere, con un clic, il documento originale su cui si basa. In questo modo puoi giudicare da solo: questa storia è vera? Il giornalista l’ha riferita con accuratezza?

Le società democratiche hanno bisogno di mezzi d’informazione forti, e Wikileaks è parte di questi. I media contribuiscono a far sì che i governi rimangano onesti. Wikileaks ha rivelato alcune scomode verità sulle guerre in Iraq e in Afghanistan e sulla corruzione delle grandi multinazionali. Qualcuno ha detto che io sono contro la guerra: per la cronaca, non è così. A volte le nazioni devono andare in guerra e ci sono guerre giuste. Ma niente è più sbagliato di un governo che mente ai suoi cittadini circa quelle guerre e poi chiede agli stessi cittadini di rischiare la propria vita e le proprie tasse per quelle bugie. Se una guerra è giustificata, allora dite la verità, e i cittadini decideranno se appoggiarla o meno.

Se avete letto parte dei resoconti sulle guerre in Iraq o in Afghanistan, qualche dispaccio delle ambasciate Usa o qualcuno degli articoli sulle rivelazioni fatte da Wikileaks, considerate quanto è importante per tutti i mezzi d’informazione avere la possibilità liberamente di queste vicende.  Wikileaks non è stato l’unico a pubblicare i cabli delle ambasciate statunitensi nel mondo. Alcune testate, tra cui il Guardian, il New York Times, El País e Der Spiegel, hanno reso di pubblico dominio gli stessi cablogrammi "rivisti".  Ma è stato Wikileaks, in quanto coordinatore di questi altri gruppi, il bersaglio degli attacchi e delle accuse più violente da parte del governo statunitense e dei suoi accoliti. Io sono stato accusato di tradimento anche se sono cittadino australiano e non statunitense. Negli Stati Uniti sono stati lanciati decine di appelli affinché venissi “eliminato” dalle forze speciali. Sarah Palin dice che bisognerebbe "darmi la caccia come a Osama bin Laden”, una proposta repubblicana mi dipinge come un traditore transnazionale ed è ora al Senato.

Un consulente dell’ufficio del primo ministro canadese ha parlato alla tv nazionale chiedendo il mio assassinio. Un blogger americano ha proposto che mio figlio, che ha vent’anni, venga rapito e che gli venga fatto del male al solo scopo di colpire me. E gli australiani dovrebbero osservare senza nessun orgoglio il vergognoso assecondare questi sentimenti da parte di Julia Gillard e del suo governo. […] Il primo ministro Gillard e il segretario di stato americano Hillary Clinton non hanno avuto una parola di critica per gli altri mezzi d’informazione. Questo perché il Guardian, il New York Times e Der Spiegel sono autorevoli e grandi, mentre Wikileaks è ancora giovane e di piccole dimensioni. Noi siamo deboli.
C’è stata forse qualche risposta da parte del governo australiano di fronte alle numerose minacce pubbliche avanzate contro di me e altri dipendenti di Wikileaks? […]

Ogni volta che Wikileaks pubblica la verità circa gli abusi commessi dalle "agenzie" degli Stati Uniti, i politici australiani cominciano un coro all'unisono con i rappresentanti del Pentagono: "Mettete a rischio delle vite e la sicurezza nazionale! Mettete in pericolo l'esercito!" E allo stesso tempo dicono che le cose che pubblichiamo non hanno valore. Dal momento che non possono coesistere le due cose, qual è la verità?

Wikileaks ha una storia di 4 anni e durante questo periodo abbiamo cambiato molti governi, ma non una singola vita è stata messa in pericolo. Mentre gli USA con la connivenza del governo australiano hanno spezzato migliaia di vite. […] Non un singolo soldato australiano è stato messo in pericolo da qualcosa che abbiamo pubblicato. Eppure le nostre pubblicazioni sono tutto fuorchè poco importanti e rivelano alcuni fatti:

  • gli USA hanno chiesto ai loro diplomatici di rubare materiale personale ed informazioni a membri dell'ONU, compreso DNA, impronte digitali, numeri di carte di credito, password internet e foto personali, in violazione di ogni trattato internazionale.
  • Re Abdullah ha chiesto agli States di attaccare l'Iran
  • Ufficialmente Giordania e Bahrein vogliono che venga fermato ad ogni costo il programma nucleare dell'Iran
  • La missione della Gran Bretagna in Iraq è per proteggere interessi degli USA.
  • Gli Stati Uniti hanno pagato gli altri stati per liberarsi dai detenuti di Guantanamo Bay. Obama ha covenuto di incontrare il Presidente sloveno solo se la Slovenia avesse preso in custodia un prigioniero. La repubblica di Kiribati ha ricevuto milioni di dollari per lo stesso motivo.

Insomma, la tempesta intorno a Wikileaks rafforza oggi il bisogno di difendere il diritto di tutti i media a rivelare la verità.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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