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Covid 19

Johnson racconta il Coronavirus: “Era pronto un piano per annunciare la mia morte”

Il premier britannico, Boris Johsnon, racconta quanto è successo quando è stato ricoverato in ospedale a causa del Coronavirus, spiegando che i medici “avevano tutte le disposizioni su cosa fare se le cose fossero andate male”. Sapevano anche come dare “l’annuncio della morte” del premier se il virus lo avesse sconfitto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il premier britannico, Boris Johnson, racconta i suoi giorni in ospedale a causa del Coronavirus, la malattia, l’assistenza medica e anche il piano che era stato predisposto nel caso della sua morte. In un’intervista al Sun, il premier spiega che i medici “avevano tutti i tipi di disposizioni su cosa fare se le cose fossero andate male”. E tra queste disposizioni c’era anche una riguardante il modo in cui dare “l’annuncio della mia morte se il virus mi avesse sconfitto”.

Johnson racconta quanto successo quando è stato portato in ospedale, in seguito al peggioramento delle sue condizioni: “Mi hanno dato una maschera per il viso e ho ricevuto litri e litri di ossigeno, ho tenuto a lungo quella e il tubicino per il naso. È stato un momento difficile, non lo nego. Avevano una strategia per affrontare uno scenario del tipo ‘morte di Stalin' (in quel caso annunciata il giorno dopo, ndr). Non ero in forma particolarmente brillante e sapevo che c'erano piani di emergenza in atto”.

I momenti difficili sono stati molti, secondo quanto racconta il premier. La consapevolezza reale di quanto stava avvenendo è arrivata nel momento in cui è stato collegato ai monitor e trasferito in terapia intensiva: “Era difficile credere che in pochi giorni la mia salute si fosse deteriorata a tal punto. Ricordo di essermi sentito frustrato. Non riuscivo a capire perché non stavo migliorando. Ma il momento brutto è arrivato quando le probabilità erano 50-50 se mettermi o no un tubo nella trachea”.

Johnson parla dell’assistenza ricevuta e si commuove quando parla di ciò che hanno fatto medici e infermieri per lui: “È stata una cosa straordinaria”. Ora il premier dice di essere “guidato da un desiderio travolgente di rimettere in piedi il nostro paese, di nuovo in salute, e sono molto fiducioso che ci arriveremo”.

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