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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Iran, l’ayatollah Ali Khamenei annuncia la grazia per i carcerati: “Tra loro anche manifestanti”

L’Ayatollah Ali Khamenei ha annunciato l’indulto per “decine di migliaia” di detenuti in Iran. Tra questi vi sarebbero anche i manifestanti arrestati in questi 4 mesi di disordini nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Mentre continua in Iran l'ondata di proteste contro il regime, l'Ayatollah Ali Khamenei, leader supremo nel Paese, ha promulgato un decreto per graziare "decine di migliaia" di prigionieri, tra i quali anche manifestanti fermati durante le proteste che hanno paralizzato le piazze negli ultimi 4 mesi.

I cittadini detenuti dopo essere stati arrestati durante un corteo di piazza sarebbero almeno 20mila secondo Human Rights Activist News Agency e le loro condizioni in carcere sarebbero estremamente preoccupanti, in chiara violazione dei diritti umani.

L'indulto sarebbe stato concesso per commemorare la rivoluzione islamica del 1979 e riguarderebbe anche altri prigionieri arrestati per reati di diversa natura. Resteranno in carcere, invece, coloro che sono accusati di spionaggio per Paesi stranieri, omicidio, danneggiamento a proprietà dello Stato.

Giovane manifestante a Teheran
Giovane manifestante a Teheran

L'Iran è in fermento dal settembre del 2022, quando è stata diffusa la notizia della morte della giovane Mahsa Amini, arrestata per non aver indossato correttamente lo hijab. Da allora, uomini donne estudenti di tutte le età stanno scendendo in strada ogni giorno per protestare contro il regime. Teheran ha risposto con la repressione violenta delle proteste arrivando anche ad eseguire condanne a morte.

La notizia dell'indulto annunciato come celebrazione per la rivoluzione islamica del 1979 segue quella della detenzione di una giornalista del quotidiano riformista Hammihan accusata di aver diffuso la notizia della morte di Mahsa Amini insieme alla sorella, reporter già in carcere da settembre.

Elnaz Mohammadi è stata fermata nell'ufficio del procuratore dove era stata convocata per "una spiegazione alle autorità". La sorella Elahe invece era stata fermata il 29 settembre scorso con l'accusa di "propaganda contro il sistema e cospirazione contro la sicurezza nazionale".

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