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Inghilterra, imprenditore regala l’azienda ai suoi dipendenti

Julian Richer, proprietario di una catena di negozi di prodotti elettronici in Inghilterra, ha donato il 60% della società ai suoi dipendenti. “Se abbiamo ottenuto buoni risultati lo devo a ogni magazziniere, a ogni commesso, a ogni ingegnere”.
A cura di Davide Falcioni
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Al compimento del sessantesimo anno di età ha deciso che era arrivato il momento di darci un taglio con il lavoro e ridurre le responsabilità: per questo Julian Richer, ceo di una catena di negozi di prodotti elettronici in Inghilterra, ha deciso di donare una fetta di maggioranza della  Richer Sounds direttamente ai suoi dipendenti, ovvero 531 lavoratori del gruppo. Un atto di generosità che ha molto colpito l'opinione pubblica inglese: "Mio padre è morto all’improvviso a 60 anni. Ho sempre voluto cambiare l’assetto del gruppo e vorrei riuscire a vedere la nuova era", ha spiegato Richer, la cui società è specializzata in impianti musicali e televisivi vantando un fatturato annuale di quasi 200 milioni di sterline.

Come spiega il Corriere la Richer Sounds è stata fondata all'età di appena 19 anni: "Il successo si costruisce puntando sul gruppo", ha dichiarato il ceo, che oggi è al contempo proprietario e dipendente. "Se abbiamo ottenuto buoni risultati lo devo a ogni magazziniere, a ogni commesso, a ogni ingegnere". Ai 531 lavoratori non andrà solo il 60 per cento delle quote della società, ma anche un bonus di 1.000 sterline per ogni anno di attività. Julian Richer e sua moglie non hanno figli e per questo l'uomo ha deciso di apportare adesso la riorganizzazione per potersi godere l'arrivo della vecchiaia con meno preoccupazioni: "Credo che sia giusto farlo adesso. Psicologicamente lasciare proprietà e timore ad altri è importante, dopotutto sono stato molto fortunato e corro da 40 anni".

Richer – che in passato si è già distinto con una differenza salariale a favore delle donne e l'abitudine di donare il 15% degli utili netti in beneficenza – continuerà ancora a ricoprire il ruolo di direttore generale, anche se sarà presto sostituito da Julie Abraham, che è già amministratore delegato.

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