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Infermiere uccide pazienti iniettando sedativi per smaltire la sbornia: “Non volevo mi disturbassero”

“Volevo solo essere lasciato in pace. Non volevo uccidere nessuno, mi dispiace molto” ha dichiarato l’infermiere tedesco condannato ora all’ergastolo in Germania per due omicidi e sei tentativi di omicidio.
A cura di Antonio Palma
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Si presentava al lavoro in una clinica ubriaco e per smaltire in tranquillità la sbornia durante il suo turno iniettava massicce dosi di sedativi ai pazienti in modo che non disturbassero ma così ha causato la morte di due di loro. Per questo un giovane infermiere tedesco di 27 anni è stato processato e condannato all’ergastolo da un tribunale di Monaco per duplice omicidio.

Non solo, per lo stesso motivo, l’uomo, identificato solo come Mario G, è stata giudicato colpevole anche di sei capi di imputazione per tentato omicidio di altrettanti pazienti a cui avrebbe iniettato gli stessi mix di farmaci sedativi rischiando di uccidere anche loro.

Durante il processo a suo carico presso il Tribunale distrettuale di Monaco, nel sud della Germania, il 27enne infermiere ha ammesso di aver somministrato deliberatamente farmaci non prescritti ai pazienti pur sostenendo che l’intenzione non era quella di volerli uccidere ma solo di sedarli.

"Volevo solo essere lasciato in pace. Non volevo uccidere nessuno, mi dispiace molto per tutto questo. Avevo i postumi della sbornia, il mio obiettivo era solo quello di essere in grado di usare il mio cellulare. Questa è la verità", ha dichiarato infatti l’uomo alla Corte. I due pazienti deceduti dopo l’iniezione, che avevano 80 e 89 anni, erano già malati ma le iniezioni si sono rivelate letali.

Secondo i pm, l'infermiere ha somministrato i farmaci perché voleva essere lasciato solo durante il suo turno, quando era spesso preda dei postumi di una sbornia. Le azioni infatti sarebbero state ripetute nel tempo anche nei confronti degli stessi pazienti. Lo stesso infermiere sarebbe stato trovato a dormire in diverse occasioni durante il turno e redarguito dai superiori ma nessuno sospettava che potesse arrivare a uccidere i pazienti.

L’uomo ha ammesso di aver avuto grossi problemi di alcol tanto da arrivare a spendere ben 150 euro al giorno in alcol. Di conseguenza, al mattino doveva lottare sempre con i postumi della sbornia e non voleva prendersi cura dei suoi pazienti  nel reparto neurochirurgico della clinica in cui lavorava. Un comportamento che sarebbe andato avanti per almeno quattro mesi nella clinica fino a quando sono scattate le prime denunce e l’uomo è stato arrestato nel novembre del 2020.

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