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Covid 19

In Africa casi covid in aumento ma solo un operatore sanitario su 4 è stato vaccinato

“La maggior parte degli operatori sanitari africani sta ancora aspettando un vaccino anti covid e rimane pericolosamente esposta al virus” avvertono dall’Oms.
A cura di Antonio Palma
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Mentre nel mondo è attenzione massima per la nuova variante del coronavirus cosiddetta sudafricana, con conseguenti restrizioni per chi arriva da alcuni Paesi del continente nero, proprio l'Africa fa registrare uno dei tassi di vaccinazione contro la covid -19 più bassi al mondo. Non solo i normali cittadini, ma anche i sanitari che sono in prima linea contro la pandemia faticano a trovare una dose e ad oggi solo un operatore sanitario africano su 4 è stato completamente vaccinato. A rilanciare l'allarme su una situazione estremamente drammatica è  l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sulla base dei dati riportati da 25 paesi africani. Secondo l'ultimo report dell'organizzazione Onu, infatti, in Africa solo il 26% di medici e infermieri  ha completato il ciclo vaccinale anti covid e questo significa che la maggior parte della forza lavoro in prima linea contro la pandemia è ancora largamente esposta al virus.

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Visto che Tutti i paesi africani hanno dato la priorità agli operatori sanitari nei loro piani di vaccinazione, la scarsità di vaccinati è un sintomo della mancanza  di dosi, specialmente nelle aree rurali, e in parte delle preoccupazioni per le possibili conseguenze del vaccino. Nel dettaglio, i dati dell'Oms indicano che dall'avvio della campagna vaccinale anti covid solo 1,3 milioni di operatori sanitari africani sono stati completamente vaccinati e solo sei paesi  hanno raggiunto un percentuale del 90%, mentre gli altri hanno vaccinato meno della metà della popolazione interessata. Un dato che, raffrontato a quello dei Paesi occidentali, conferma la drammatica disparità di acceso ai vaccini ma segnala una situazione di potenziale disastro sanitario. In un Continente dove solo uno stato dispone degli operatori sanitari necessari per fornire i servizi sanitari essenziali, infatti, il fatto che medici e infermieri si infettino e dunque lascino il proprio posto di lavoro significa privare la stragrande maggioranza della popolazione anche delle cure necessarie più elementari .

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Un pericolo che sta aumentando di giorno in giorno visto che per la prima volta dal picco della terza ondata di agosto, i casi in Africa meridionale sono aumentati, con un balzo del 48% nella settimana terminata il 21 novembre rispetto alla settimana precedente. Sulla base dei dati segnalati all'OMS dai paesi della regione africana, dal marzo 2020 si sono verificate più di 150 400 infezioni da COVID-19 negli operatori sanitari locali, pari al 2,5% di tutti i casi confermati e al 2,6% della forza lavoro sanitaria totale. Cinque paesi rappresentano circa il 70% di tutte le infezioni da COVID-19 segnalate negli operatori sanitari: Algeria, Ghana, Kenya, Sudafrica e Zimbabwe.

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“La maggior parte degli operatori sanitari africani sta ancora aspettando un vaccino anti covid e rimane pericolosamente esposta a una grave infezione da COVID-19. Rischiamo un contraccolpo negli sforzi per arginare questa malattia. Dobbiamo garantire che le nostre strutture sanitarie siano ambienti di lavoro sicuri", ha affermato il dott. Matshidiso Moeti, direttore regionale dell'OMS per l'Africa, aggiungendo: " "Con una nuova ondata di casi che incombe sull'Africa dopo le festività natalizie di fine anno, i paesi devono accelerare urgentemente sui vaccini".

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