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Il ministro della Difesa israeliano: “Ritiro delle truppe dal Sud per preparare l’operazione a Rafah”

Il ritiro delle truppe da Khan Yunis serve per “preparare il prosieguo delle missioni” e l’operazione a Rafah, la città dove oltre 1,5 milioni di palestinesi ha trovato rifugio. Lo ha detto il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant. Riaperti i negoziati tra le delegazioni di Hamas e Israele. Fonti locali riferiscono di una possibile tregua temporanea per la Festa di Eid el- Fitr che mette fine al Ramadan.
A cura di Eleonora Panseri
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Il ritiro delle truppe da Khan Yunis serve per "preparare il prosieguo delle missioni" e, in particolare, l'operazione a Rafah, altra città nel sud della Striscia di Gaza dove oltre 1,5 milioni di palestinesi ha trovato rifugio dall'inizio della guerra e che l'intera comunità internazionale sta chiedendo da tempo di non attaccare.

Lo ha detto il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant. "Le nostre forze si preparano a proseguire la loro missioni nella zona di Rafah", si legge in una nota del ministero. "Il ritiro delle truppe da Khan Yunis è stato condotto nel momento in cui Hamas ha cessato di esistere come struttura militare in città", ha aggiunto il titolare del dicastero.

A Khan Yunis stanno rientrando gli sfollati palestinesi. Sul posto, dopo la partenza della ultima divisione, la 98/esima, è rimasta solo la Brigata Nahal con il compito di controllare e mettere in sicurezza il cosiddetto Corridoio Netzarim che separa la Striscia orizzontalmente dal kibbutz Beeri alla fascia costiera di Gaza, dividendo in due parti il territorio dell'enclave palestinese.

Al Cairo riaperti i negoziati tra Hamas e Israele

Al Cairo intanto si sono riaperti i negoziati indiretti tra le delegazioni di Hamas e Israele, sotto la spinta del Qatar, dell'Egitto e degli Usa che hanno inviato nella capitale egiziana il capo della Cia William Burns.

Fonti locali, citate da media del Qatar, hanno riferito di una possibile tregua temporanea da martedì prossimo per i tre giorni successivi della Festa di Eid el- Fitr che mette fine al mese di Ramadan.

Nonostante il premier Benyamin Netanyahu abbia affidato alla delegazione israeliana "un mandato significativo" per trattare, sulle condizioni del cessate il fuoco resta fermo sulle sue posizioni: "Nessuna tregua senza il rilascio degli ostaggi"

"Non è Israele a impedire un accordo ma Hamas", ha precisato il primo ministro denunciando come "estreme" le richieste della fazione islamica. E ha invocato "l'unità del Paese" di fronte alle manifestazioni di protesta e di "una minoranza estrema e violenta che sta cercando di dividerci".

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