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Covid 19

Il Coronavirus accelera in America Latina, allarme in Perù e Bolivia: “Niente bare né ossigeno”

Non accenna a rallentare la pandemia di Coronavirus in America Latina, dove i contagi accertati sono saliti a quota 4.042.617, mentre i morti sono 170.013. E mentre la situazione resta drammatica in Brasile, a preoccupare sono anche il Perù e la Bolivia, dove il sistema sanitario e funerario è quasi al collasso: “Non abbiamo più scorte di ossigeno né base per seppellire i nostri defunti”.
A cura di Ida Artiaco
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La pandemia di Coronavirus non accenna a rallentare in America Latina, ormai da mesi nuovo epicentro mondiale dell'emergenza. I casi accertati sono saliti a quota 4.042.617, con 170.013 morti. E se il Brasile resta il Paese più colpito, con quasi la metà dei contagi totali, preoccupano sempre di più le situazioni in Perù e Bolivia, dove accanto all'impennata di nuove infezioni che si registrano giorno dopo giorno, i governi locali devono fare i conti con un sistema sanitario e funerario al collasso, dal momento che sono terminati ormai i posti nei reparti di terapia intensiva negli ospedali e di bare nei cimiteri. "Nelle scorse settimane la situazione è degenerata – ha raccontato ad Al Jazeera il proprietario boliviano di un servizio di pompe funebri, Yamil Zavaleta -. Non abbiamo più possibilità di sotterrare i morti, l'unica soluzione è cremarli, ma non sempre le famiglie riescono ad accettarlo".

In Perù 17mila vittime Covid: terzo paese più colpito dell'America Latina

Dopo il Brasile, i riflettori sono puntati sul Perù, secondo paese dell'America Latina per numero di casi, oltre 366mila, e terzo per numero di vittime Covid, circa 17mila secondo le stime riviste dalle istituzioni. Alle 13mila accertate fino a mercoledì scorso, se ne sono aggiunte altre 3.688 che tra i mesi di marzo e giugno non erano state confermate ufficialmente dalle autorità sanitarie, come ha spiegato il ministro della Salute, Pilar Mazzetti. Ma secondo la stampa locale potrebbero addirittura arrivare a superare i 44mila morti, visto gli innumerevoli decessi sospetti che non sono stati ancora esaminati. Per altro, l'emergenza non accenna a rallentare. Anzi. I nuovi contagi continuano ad aumentare tre settimane dopo la revoca della quarantena obbligatoria in 18 delle 25 regioni del paese. In quella di Arequipa, tra i più grandi focolai dell'interno paese, resta la misura dell'isolamento per evitare che il sistema sanitario, gia duramente provato, arrivi al collasso definitivo.

In Bolivia cadaveri abbandonati in strada: "Non abbiamo più spazio"

Anche in Bolivia la situazione Coronavirus sempre essere fuori controllo. Secondo le autorità, il Covid-19 si sta diffondendo a ritmo inquietante soprattutto nelle regioni di La Paz e Cochabamba. Il 21 luglio scorso il direttore di un’unità d’élite della polizia ha fatto sapere che nei cinque giorni precedenti i suoi agenti hanno recuperato 420 cadaveri nelle strade, fuori gli ospedali, all’interno di veicoli o di abitazioni perché il sistema funerario è ormai al collasso, anche se ufficialmente le vittime Covid sono solo 2300. Inoltre, con gli ospedali locali a corto di scorte di ossigeno, ai parenti dei pazienti è stato detto di arrangiarsi come meglio credono. "Non ci sono bare né ossigeno", riporta Al Jazeera. E pensare che nel paese il picco dei contagi deve ancora essere raggiunto, previsto entro la fine del mese. Mercoledì sera, davanti a un ospedale della città della Paz, una delle due capitali, si è formata una fila di persone accampate con tende e coperte portate da casa, nella speranza di ottenere una visita medica o semplicemente che venisse fatto loro un tampone. Intanto, le elezioni presidenziali, in programma a settembre, sono state posticipate fino al 18 ottobre, dopo il primo rinvio a maggio e dopo che due settimane fa la presidente ad interim Jeanine Anez, che è stata alla guida del paese dopo il controverso addio di Evo Morales lo scorso anno, è risultata positiva al Covid-19.

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