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Hong Kong, arrestati 8 attivisti nel 34esimo anniversario del massacro di piazza Tienanmen

Nel trentaquattresimo anniversario della protesta di piazza Tienanmen del 4 giugno 1989 la polizia di Hong Kong ha arrestato 8 attivisti politici, tutti accusati di “azioni dirompenti” o disturbo dell’ordine pubblico.
A cura di Davide Falcioni
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Nel trentaquattresimo anniversario della protesta di piazza Tienanmen del 4 giugno 1989 la polizia di Hong Kong ha arrestato 8 attivisti politici, tutti accusati di "azioni dirompenti" o disturbo dell'ordine pubblico per aver volato i divieti imposti per impedire commemorazioni pubbliche degli eventi di piazza Tienanmen.

Tra le persone fermate c'è anche Alexandra Wong, meglio nota come "Mamie Wong", figura di spicco del movimento democratico di Hong Kong. Wong, prima di essere caricata su un furgone della polizia, camminava con in mano un mazzo fiori nel distretto centrale di Causeway Bay, dove da tempo si tengono fiaccolate in memoria delle vittime di Tiananmen. Fermata anche Chan Po-ying, leader del partito di opposizione, come ha constatato un giornalista dell'Afp. In base a quanto si è appreso, la donna teneva in mano una piccola candela a Led, una scena comune nelle veglie commemorative del 4 giugno 1989, e due fiori. La polizia l'avrebbe bloccata e condotta su un furgone.

Fino al 2019, migliaia di persone si sono riunite ogni anno a Hong Kong il 4 giugno per ricordare le vittime del massacro. Negli anni seguenti – anche a causa delle restrizioni dovute al Covid – Pechino ha aumentato il suo controllo sull'ex colonia britannica amministrata in modo indipendente. La commemorazione pubblica delle vittime di quello che in Occidente è noto come il massacro di piazza Tiananmen è sempre stata vietata nella Cina continentale, con attivisti per i diritti e parenti delle vittime arrestati o trasferiti in altre regioni.

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In vista dell'anniversario, le Madri di Tiananmen, un gruppo di parenti delle vittime, hanno chiesto che venisse fatta luce su quei giorni di 34 anni fa, che venisse pagato un risarcimento e che i responsabili vengano puniti. Il numero delle vittime del 1989 non è noto, la stima dei morti varia da parecchie centinaia a diverse migliaia. I feriti sarebbero stati migliaia. La questione rimane un tabù in Cina.

Cosa accadde il 4 giugno 1989 a Piazza Tienanmen

La notte tra il 3 e il 4 giugno di 34 anni fa l'esercito della Repubblica Popolare Cinese si diresse dalla periferia di Pechino verso Piazza Tienanmen, cuore storico della capitale, aprendo il fuoco contro migliaia di studenti che protestavano contro il regime di Deng Xiaoping. Il massacro causò la condanna dell'Occidente e l'imposizione di un embargo sulla vendita di armi alla Cina.

La protesta studentesca era iniziata un paio di mesi prima a causa del cordoglio per la morte del politico riformatore Hu Yaobang, Segretario generale del Partito Comunista Cinese molto popolare tra i riformisti, e dalla richiesta al Partito di prendere una posizione ufficiale nei suoi confronti. Il dissenso che divenne via via più intenso dopo le notizie dei primi scontri tra manifestanti e polizia. Gli studenti si convinsero allora che i media stessero distorcendo la verità sulle loro azioni, che erano solamente volte a chiedere diritti e democrazia.

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Il 27 aprile – e poi ancora a maggio – studenti provenienti da più di 40 università marciarono su piazza Tienanmen. A loro si unirono anche operai, intellettuali e altri funzionari pubblici. Il 20 maggio il governo impone la legge marziale, mentre molti studenti cominciano lo sciopero della fame. Il 3 e il 4 giugno ebbe inizio un massacro di manifestanti i cui numeri sono tuttora avvolti dal mistero.

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