“Ho un cancro al quarto stadio, ho detto alle mie figlie che non le accompagnerò all’altare”: la lettera di un padre

"Ho ricevuto una condanna a morte e ho meno tempo di quanto vorrei. È dura per qualcuno che è portato a lavorare e costruire, ma lo è ancora di più come marito e padre". Ben Sasse ha 53 anni e una lunga lista di progetti da portare avanti. La settimana scorsa però la sua vita è cambiata in maniera definitiva: ha ricevuto una diagnosi di cancro al pancreas al quarto stadio. Significa che le metastasi tumorali hanno lasciato il pancreas e silenziosamente si sono diffuse in tutto l'organismo. Per Ben non c'è più nulla da fare, e i medici glielo hanno detto.
La lettera: "I miei genitori dovranno seppellire il loro figlio"
"La morte è una ladra malvagia, e ci perseguita tutti", scrive in una lettera pubblica indirizzata alla sua famiglia e alla comunità per la quale ha lavorato a lungo in questi anni. Ben infatti è un politico e ha ricoperto la carica di senatore del Nebraska dal 2015 al 2023 tra le fila dei repubblicani. La sua carriera però ha avuto una battuta d'arresto quando ha votato a favore dell'impeachment del presidente Donald Trump nel 2021 insieme a pochi altri colleghi di partito.
Oggi torna dagli elettori che avevano continuato a seguirlo in questi anni per annunciare il cambiamento radicale avvenuto nella sua vita: "Ho meno tempo di quanto vorrei. È dura per qualcuno che è portato a lavorare e costruire, ma lo è ancora di più come marito e padre. Non riesco nemmeno a descrivere quanto siano fantastiche. Nell'ultimo anno, mentre ci siamo temporaneamente allontanati dalla vita pubblica e abbiamo costruito nuovi ritmi familiari, io e Melissa [la moglie n.d.r.] ci siamo avvicinati ancora di più, e questo in aggiunta ai trent'anni trascorsi con la migliore amica che un uomo possa mai avere".
Il pensiero di Ben però va soprattutto alle tre figlie che tra poco sarà costretto a lasciare: la più grande, Corrie, arruolata nell'Aeronautica Militare, ora è impegnata a fare i corsi di volo. Alex, che si è appena laureata con un semestre di anticipo in chimica. E infine Breck, 14 anni, alla quale stava iniziando a dare le prime lezioni di guida.
"L'ottimismo è meraviglioso ed è assolutamente necessario, ma non è sufficiente. Non è il tipo di cosa che regge quando dici alle tue figlie che non le accompagnerai all'altare. Né dire ai tuoi genitori che seppelliranno il loro figlio".
A sostenerlo, in questo momento, è la fede, come ha confessato il politico di fede presbiteriana: "Non c'è un momento giusto per dire ai tuoi amici che stai marciando al ritmo veloce di un tamburo, ma il periodo dell'Avvento non è il peggiore. Come cristiani, le settimane che precedono Natale sono un momento per orientare i nostri cuori verso la speranza di ciò che verrà".
"Anche nel morire c'è qualcosa da vivere"
Ben però ha scelto di non arrendersi, sostenuto da una parte dalla fede e dall'altra dalla medicina: "Ho ancora molto da dire. Non mi arrenderò senza combattere. Una parte della grazia di Dio si trova negli straordinari progressi che la scienza ha fatto negli ultimi anni nell'immunoterapia e in altri campi. Morte e morire non sono la stessa cosa: il processo del morire è pur sempre qualcosa da vivere. Stiamo accogliendo con entusiasmo un sacco di umorismo macabro in casa nostra, e mi sono impegnato a fare la mia parte".