Hasna Ait Boulahcen, la ragazza ribelle diventata la kamikaze di Saint-Denis

Aggiornamento 21 novembre 2015: La polizia francese ha riferito che non è stata Hasna Aitboulahcen a farsi esplodere nel covo di St. Denis, bensì un altro jihadista la cui identità al momento è ignota. La ragazza è morta o a seguito dell'esplosione causata dal terrorista suicida o dello scontro a fuoco con le teste di cuoio.
"Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere, era una piccola ribelle che aveva gioia di vivere, che amava godersi la vita. A scuola era una ragazza normale e otteneva sempre buoni voti", così ricorda l'adolescenza una 26enne amica d'infanzia di Hasna Ait Boulahcen, la donna che si è fatta esplodere durante l'assalto della polizia nel covo dei terroristi a Saint-Denis. Intervistata dall'emittente francese Rtl, la ragazza, che era amica di classe di Hasna, ha raccontato che quella che tutti ormai conoscono come la prima kamikaze in Europa era in realtà un ragazza che amava vivere ma che purtroppo ha dovuto convivere continuamente con problemi famigliari. "Ha trascorso un periodo difficile: lo spostamento tra le famiglie affidatarie, la mancanza di affetto fin dall'infanzia l'hanno resa vulnerabile e fragile" ha raccontato la 26enne , aggiungendo che inoltre Hasna "è stata dipendente da droghe pesanti e alcol. Una facile preda per questi assassini che l'hanno influenzata psicologicamente e mentalmente".
Un racconto confermato da tutti quelli che conoscevano la ragazza. Per amici e parenti Hasna infatti è stata la ragazza che amava bere, fumare e stare in compagnia, ma che all'improvviso si è radicalizzata. Molti ricordano che le era stato affibbiato il nome di “cowgirl”, per la sua passione dei cappelli larghi e per le feste. Anche la famiglia ricorda che era ben distante dal fanatismo politico-religioso e che aveva iniziato ad indossare il velo solo poco meno di un anno fa. Il fratello, intervistato da France 24, ha rivelato di non averla mai vista neanche aprire il Corano. Certamente ha avuto un’infanzia turbolenta, dopo la separazione dei genitori il fratello si è preso cura di lei per alcuni anni , poi è passata anche in una casa adottiva da dove però è scappata. “Le hanno fatto il lavaggio del cervello” ha sentenziato la madre.