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Guerra in Libia: basi italiane in fermento. Aerei pronti a partire

L’Italia vuole “partecipare a questa nuova Libia che verrà dopo Gheddafi”, ha detto oggi il capo della Farnesina, Franco Frattini.
A cura di Biagio Chiariello
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Anche l'Italia fa parte dell'operazione militare Odissea all'Alba, disposta a seguito del vertice di ieri a Parigi tra leader della Lega Araba, Ue, Unione Africana, e Stati Uniti. A 24 ore dal primo attacco francese alle milizie di Gheddafi, il nostro Paese sembra ormai pronto a intervenire come rivela il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa intervenuto alla trasmissione Mezz'ora, in collegamento da New York: "la partecipazione italiana è molto ben definita, abbiamo comunicato all'Onu e alla Lega Araba la nostra adesione alla coalizione che ha deciso di intervenire per dare attuazione alla risoluzione 1973 dell'ONU a protezione dei civili libici. Dalle ore 23.59 abbiamo dato la disponibilità alla coalizione di 8 aerei 4 caccia che hanno il compito di contraerea e 4 tornado".

Nelle basi militari siciliane di Birgi e Sigonella, nelle ultime ore si innalzato il clima di fermento. Nell'aeroporto di Trapani è stato chiuso il traffico aereo civile. Una scelta obbligatoria per rendere immediatamente operativi i mezzi da impegnare nei raid sui cieli della Libia. Situazione analoga alla base americana di Sigonella, in provincia di Catania, dove i primi aeroplani, sei caccia F-16 danesi, sono già partiti questo pomeriggio, alle 15.00 circa, con destinazione Misurata.

La Sicilia in primo piano, dunque, per l'imminente debutto dell'Italia nella Guerra in Libia. Lo dimostra anche il fatto che a Pantelleria, nel cui aeroporto oggi sono giunti quattro velivoli Euro Fighter 2000 dallo stormo di Grosseto, le tre classi della scuola elementare alloggiate nell'area dell’aeroporto saranno spostate nei locali delle medie lontano dallo scalo.

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha detto oggi che l'Italia, oltre ad aderire mettendo a disposizione le proprie basi alla coalizione occidentale,vuole "partecipare a questa nuova Libia che verrà dopo Gheddafi". Ha inoltre detto: "l'Italia non può essere seconda a nessuno nell'impegno per fare rispettare i diritti umani in un paese come la Libia, che è un paese così vicino a noi".

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