Gli USA si ritirano dal Trattato sulle armi nucleari: “La Russia lo viola da sempre”

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha ufficializzato l’abbandono degli Stati Uniti del Trattato sul nucleare con la Russia: l’uscita dall’Inf sarà effettiva a partire da domani, 2 febbraio. L’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty sulle armi nucleari era stato firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov e, di fatto, aveva posto fine alla Guerra Fredda. Ma la Russia "l’ha violato per anni senza scrupoli e non ha mostrato alcun serio impegno nel volerlo rispettare”, così Mike Pompeo ha motivato la decisione dell'amministrazione Trump. “Le violazioni della Russia mettono a rischio le vite di milioni di europei e americani” e quindi “dobbiamo reagire a questa minaccia” ha aggiunto il segretario di Stato. Pompeo ha sottolineato che gli Stati Uniti sono pronti ad avviare un negoziato con Mosca a largo spettro sul controllo delle armi. "Siamo ancora pronti e disponibili a impegnare Mosca sul fronte del controllo delle armi nucleari": ha detto, ricordando poi che ci vorranno comunque sei mesi perché il ritiro americano dal trattato Inf entri in vigore. “Un arco di tempo in cui si potrebbe lavorare a una nuova intesa". Pompeo ha ribadito, inoltre, che "la forza e l'unità dell'Alleanza Atlantica sono la chiave della sicurezza internazionale".
Poco dopo anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha avallato la decisione: “La Nato sostiene pienamente la sospensione da parte degli Stati Uniti del trattato Inf e la notifica del ritiro – ha dichiarato –La Russia è in grave violazione del trattato Inf e deve sfruttare i prossimi 6 mesi per ritornare alla piena e verificabile conformità o assumersi la sola responsabilità per la sua dismissione”. E con la Casa Bianca si è schierata anche la Germania: “Il trattato Inf è stato violato dalla Russia e gli appelli lanciati negli ultimi 60 giorni per più trasparenza e più informazione non hanno dato risultati”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, parlando a Bucarest al termine della riunione delle diplomazie del continente, definendolo “un trattato che appartiene a due Stati contraenti e che viene violato da una parte è di fatto invalidato”.