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Francia, vietata vendita di cani e gatti nei negozi, stop agli animali in circhi e parchi acquatici

Gli animali non sono merci, né possono essere sfruttati per il divertimento degli umani: in Francia nei giorni scorsi è stata approvata una legge che mette al bando gli allevamenti di visoni, vieta la vendita di cani e gatti nei negozi e impone lo stop, a partire dal 2028, agli animali in circhi e parchi acquatici.
A cura di Davide Falcioni
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Chi possiede cani e gatti lo sa bene: un animale non è una "merce", non è un oggetto e il suo valore non è in alcun modo monetizzabile. Un concetto che il Parlamento francese ha deciso di acquisire e trasformare in legge, introducendo una serie di misure volte a tutelare il benessere animale. Tra queste  c'è anche il divieto di vendita di cani e gatti nei negozi e l'inasprimento delle pene per chi abbandona animali domestici o li maltratta; il provvedimento, inoltre, impone la chiusura con effetto immediato di tutti gli allevamenti di visoni e maggiori tutele verso gli animali selvatici nei circhi e le specie marine sfruttate nei parchi acquatici. "È una vittoria per la causa animale" ha esultato il leader dei deputati del partito La République En Marche Christophe Castaner, mentre il premier Jean Castex ha voluto condividere "l’orgoglio di tutti i parlamentari che hanno reso possibile questo testo", sottolineando che "il benessere degli animali è una preoccupazione centrale per i concittadini".

Cosa prevede la legge adottata in Francia

Le misure previste dalla legge approvata in Francia entreranno in vigore con gradualità: lo stop alla vendita di cuccioli di cani e gatti nei negozi, ad esempio, scatterà il primo gennaio 2024, mentre dal 2028 saranno banditi gli animali selvatici nei circhi e nei parchi acquatici. Verranno inoltre inasprite le pene per chi commetta soppressione senza giusta causa, abbandono e maltrattamento, con sanzioni fino a 75mila euro e 5 anni di carcere. Mediante la creazione di nuovi organi di controllo verrà combattuta la vendita di animali online, al fine di fermare il traffico illegale di specie protette, fragili, pericolose, inadatte ai territori di destinazione, e per contrastare l’acquisto d’impulso, che online è più frequente. Nell’ambito dell’adozione, verrà istituito un certificato di conoscenza tramite il quale si certificano le specifiche esigenze della specie adottata, di fatto contrastando l’acquisto per capriccio.

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