“Era gravemente sottopeso e aveva 40 segni di violenza sul corpo”: morto bambino di 2 anni, nonni accusati di omicidio

"Un attacco brutale avvenuto quella notte è stato il culmine delle violenze commesse per mano di chi aveva il compito di proteggerlo". Queste le parole del pubblico ministero Caroline Rees, che ieri ha preso parola in un processo riguardante l'omicidio di un bambino di 2 anni. Il delitto è avvenuto 4 anni fa, quando il piccolo è morto nell'ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool. Ad essere accusati Micheal e Kerry Ives, rispettivamente 47 e 46 anni, nonni della vittima.
I fatti risalgono al 14 agosto 2021, quando il bambino si trovava nella casa familiare a Garden City, piccolo paese vicino Flinshire in Galles. La violenza sarebbe avvenuta mentre Shannon Ives, madre della vittima, si trovava al piano superiore: i due avrebbero picchiato brutalmente il piccolo. In seguito a un feroce colpo al cranio, il nipote aveva perso i sensi: Non è tutto: secondo quanto riferito dal tribunale Mold Law Courts, gli accusati avrebbero chiamato i soccorsi con 20 minuti di ritardo. Trasportato nella struttura ospedaliera, l'infante non ha più ripreso conoscenza ed è deceduto due giorni dopo il ricovero.
Esaminato dal personale medico, il cadavere del bambino presentava oltre 40 segni di violenze subite non solo al cranio, ma anche in altre zone del corpo, frutto dell'uso deliberato della forza. Inoltre, il piccolo era fortemente denutrito: pesava appena 10 kg ed era alto 92 cm. "Era tragicamente sottopeso e pieno di lesioni" ha detto Rees durante il processo.
Obbligati a rispondere delle accuse, i due hanno raccontato alla polizia che il nipote era improvvisamente collassato, negando qualsiasi coinvolgimento nella sua morte. Il pubblico ministero, però, ha ribadito che "entrambi avevano deciso di restare in silenzio su ciò che hanno fatto al bambino quella notte, mettendosi d'accordo per nascondere la verità". Inoltre, Rees ha detto che i nonni avevano deciso di incolpare la figlia, piuttosto che ammettere il crimine.
Nonostante ciò, parte della colpa sarebbe attribuibile anche alla madre della vittima, dal momento che era a conoscenza dei comportamenti violenti del padre, ma non avrebbe fatto nulla per impedire la morte del figlio. A testimoniare ciò sarebbero alcune immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza esterne all'abitazione, in cui si vede la 28enne impassibile davanti ai maltrattamenti del signor Ives. In sua difesa, la donna aveva ammesso durante un interrogatorio di essere impaurita dall'atteggiamento dei genitori, specialmente del padre, negando di aver permesso il decesso del piccolo.
In altri filmati si vede il nonno picchiare il nipote "facendolo penzolare come una bambola di pezza". A tal proposito, Rees ha dichiarato che "il filmato può essere definito straziante, se si considera quanto traumatiche siano state le ultime settimane di vita del bambino". Il processo dovrebbe durare sei settimane e riprenderà lunedì prossimo.