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Dove si trova il Nagorno-Karabakh e perché nella regione si combatte da 35 anni

Dopo l’annuncio del governo dell’Azerbaigian, si è tornati a parlare della questione del controllo della regione contesa. Sono ormai 35 anni che Armenia e Azerbaigian combattono per questa piccola porzione di territorio, situata tra le montagne del Caucaso meridionale. Si tratta di un’enclave a maggioranza armena all’interno dello stato dell’Azerbaigian. Ecco come è nato il conflitto.
A cura di Eleonora Panseri
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Dopo l'annuncio del governo dell'Azerbaigian, che avrebbe ordinato all'esercito di condurre "attività antiterrorismo locali" in Nagorno-Karabakh per disarmare le forze armene e imporne il ritiro, si è tornati a parlare della questione del controllo della regione contesa. Ma sono ormai 35 anni che Armenia e Azerbaigian combattono per questa piccola porzione di territorio di 4500 chilometri quadrati, situata tra le montagne del Caucaso meridionale. Un'enclave a maggioranza armena all'interno dello stato dell'Azerbaigian, con una popolazione di 120mila persone.

La proclamazione della Repubblica di Artsakh

Quando nel 1988 il governo locale del Nagorno infatti chiese di passare dalla repubblica dell'Azerbaigian a quella dell'Armenia, entrambe sotto i controllo dell'Unione Sovietica, le milizie etniche presenti sul territorio iniziarono a scontrarsi. E nel 1991, con la dissoluzione dell'Urss, gli scontri si trasformarono in una vera e propria guerra fra i due Stati. Il conflitto causò in 3 anni almeno 30mila morti.

Infatti, come ricorda la Bbc, si riuscì a raggiungere una tregua soltanto nel 1994 con il raggiungimento di un accordo ottenuto grazie all'intervento di Russia e Osce (l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Intanto, prima di arrivare al cessate il fuoco, il Nagorno Karabakh aveva proclamato un governo autonomo, la Repubblica di Artsakh, con capitale Stepanakert, che però non venne riconosciuta a livello internazionale, e non lo è tutt'ora. L'Organizzazione delle Nazioni Unite invece ritiene la regione parte dell'Azerbaigian.

La ripresa del conflitto nel 2020

Il 27 settembre 2020, dopo periodiche riprese della tensione e violazioni del cessate il fuoco, l'Azerbaigian ha riaperto il conflitto, prevalendo sull'Armenia. Dopo 44 giorni, grazie nuovamente alla mediazione della Russia, Baku si è appropriata di 150 chilometri quadrati di territorio. Come ricorda l'Adnkronos, l'Azerbaigian, Paese di religione musulmana, è sostenuto dalla Turchia, affine culturalmente e linguisticamente. L'Armenia, invece, di religione cristiana è appoggiata dalla Russia

Ma, con l'invasione dell'Ucraina, Mosca ha trascurato il suo alleato, mentre si aggravava la crisi del corridoio di Lachin, lingua di terra che costituisce l'unica via d'accesso fra Armenia e Nagorno Karabakh. Le forze di pace russe presenti sul territorio non sono riuscite a impedire a Baku di bloccare l'accesso al corridoio, importante per il rifornimento di beni essenziali nell'enclave. E Erevan ha cominciato a considerare un errore la propria dipendenza dalla Russia in materia di sicurezza, tanto che nei giorni scorsi ha partecipato per la prima volta a esercitazioni militari congiunte con gli americani.

I tentativi di raggiungere una pace duratura

I negoziati per raggiungere un accordo di pace permanente sono stati intrapresi periodicamente. Russia, Francia e Stati Uniti presiedono quello che è stato chiamato "Gruppo di Minsk", una struttura creata con lo scopo di incoraggiare una soluzione pacifica e negoziata della questione del Nagorno-Karabakh, ma l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha messo in dubbio la sua partecipazione al processo. Anche l'Unione Europea cerca da anni di contribuire al raggiungimento di una pace duratura. Tentativi che, tuttavia, sono sempre falliti.

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