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Dopo 8 anni finisce il commissariamento della Troika in Grecia. Draghi: “Ora debito più sostenibile”

I ministri delle Finanze dell’area Euro hanno raggiunto l’accordo sull’uscita della Grecia dal programma di aiuti e sull’estensione di 10 anni delle scadenze del suo debito pubblico. Atene si impegna a mantenere un bilancio pubblico con un forte avanzo primario. Resta un controllo trimestrale sul rispetto degli impegni.
A cura di Giorgio Tabani
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Nella notte, i ministri delle Finanze della zona euro hanno approvato la fine del programma di aiuti per la Grecia, dopo otto anni di austerità e riforme. Il 20 agosto prossimo terminerà ufficialmente la supervisione della cosiddetta Troika, un organo informale composto da Commissione europea, Banca centrale europea (Bce) e Fondo monetario internazionale (Fmi), sulle politiche economiche, finanziarie e fiscali di Atene. L'intervento fu chiesto nel 2010 dal governo greco per affrontare la crisi del debito pubblico (oggi a poco più del 180% del Pil) che stava travolgendo il Paese. La risposta dei partner europei fu l'approvazione di un piano di salvataggio per evitare il default, condizionando però il prestito a un programma di riforme e politiche di austerità necessarie a ridurre il debito (tagli alle spese, innalzamento delle tasse, aumenti dell'età pensionabile, privatizzazioni).

Alcuni giorni fa, la Grecia ha approvato le ultime 88 misure delle 450 totali previste dai creditori per completare il terzo piano di aggiustamento strutturale e ha introdotto alcune tasse sugli immobili, un'accelerazione delle privatizzazioni nel settore dell’energia e una riduzione delle spese pubbliche su pensioni e welfare. In cambio, l'Europa sborserà l'ultima tranche di prestiti pari a 15 miliardi: 5,5 miliardi andranno a ripagare le scadenze del debito, mentre il resto si aggiungerà alle risorse già stanziate (per un totale di 22,5 miliardi) che dovranno garantire finanziariamente la Grecia per i 22 mesi successivi all’uscita dal programma. L'accordo poi prevede, superate anche le resistenze tedesche, che sia posticipato dal 2022 al 2032 il pagamento rateale dei 110 miliardi di euro di prestiti ottenuti dal fondo salva-Stati Efsf. Il governo ellenico si impegna ad avere un avanzo primario (la differenza fra entrata e spese del settore pubblico) pari al 3,5% del Pil fino al 2022 e di osservare anche in seguito delle politiche fiscali in linea con le regole di bilancio Ue. In ogni caso sarà effettuata da Bruxelles una verifica trimestrale della situazione economica e di bilancio del Paese.

Per Mario Centano, presidente dell'Eurogruppo, ha espresso la sua soddisfazione per l'affrancamento della Grecia dall'assistenza della Troika.

Il commissario Ue per gli Affari economici, Pierre Moscovici, su twitter ha parlato di un nuovo inizio per l'Eurozona.

Il presidente della Bce Mario Draghi ha dichiarato che "l’adozione del set di misure sul debito concordato dall’Eurogruppo migliorerà la sostenibilità del debito a medio termine", mentre per il ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos: "Questo governo non dimentica e non dimenticherà ciò che il popolo greco ha dovuto attraversare durante questi otto anni. Dobbiamo assicurarci che molto presto il popolo greco vedrà concretamente i risultati". Critico è invece il suo predecessore Yanis Varoufakis, che cita anche Tacito: "La prossima mossa che faranno sarà fare un deserto e chiamarlo pace", in quanto "chiamano alleggerimento del debito l’estensione della bancarotta greca fino al 2060″ e "rifiutano ognuna delle modeste proposte di Macron e la chiamano una nuova era per l’euro".

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