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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

“Donne legate mani e piedi a un gancio poi stuprate”. La denuncia deIl’attivista iraniana Mohammadi

Narges Mohammadi, un’importante attivista per i diritti umani, ha raccontato in una lettera alla BBC le violenze subite in carcere da molte donne arrestate negli ultimi mesi.
A cura di Davide Falcioni
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Violenze sessuali, torture e continue umiliazioni. A raccontare quello che accade alle donne incarcerate in Iran è stata Narges Mohammadi, un'importante attivista per i diritti umani, che ha scritto dalla cella di un penitenziario in cui è reclusa per fornire alla BBC dettagli su come lei e le sue compagne detenute a seguito delle recenti proteste antigovernative subiscano quotidianamente abusi, affermando che tali aggressioni sono diventate più comuni negli ultimi mesi, da quando cioè è scoppiata la rivolta per la morte di Mahsa Amini.

Nella sua missiva all'emittente britannica Narges Mohammadi racconta che alcune delle donne arrestate, durante le manifestazioni, sono state trasferite nella sezione femminile della prigione di Evin. Proprio in questo penitenziario ha avuto modo di incontrarle e ascoltare dettagli degli abusi subiti: un'attivista è stata legata mani e piedi a un gancio sul tettino del veicolo che l'ha portata in carcere ed è poi stata violentata dagli agenti di sicurezza.

Mohammadi, che ha riferito di aver visto cicatrici e lividi sui corpi delle compagne di cella, ha invitato a denunciare quanto sta accadendo anche se questo può portare all'intimidazione delle famiglie delle donne detenute. "Non rivelare questi crimini contribuirebbe al proseguimento dell'applicazione di questi metodi repressivi contro le donne", ha dichiarato l'attivista. "Le violenze contro le donne attiviste, combattenti e manifestanti in Iran dovrebbero essere riportate ampiamente e con forza a livello globale", ha concluso Mohammadi, dicendosi certa che le "donne coraggiose, resilienti e piene di speranza" dell'Iran vinceranno: "Vittoria significa instaurare la democrazia, la pace e i diritti umani e porre fine alla tirannia".

Narges Mohammadi, vicecapo del Centro per i difensori dei diritti umani dell'avvocato premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, è stata oggetto di svariate condanne dal 2011 ed è attualmente in carcere per "diffusione di propaganda". Quest'anno è entrata nella lista della Bbc delle 100 donne "più ispiranti e influenti" del mondo.

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